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Spin Doctors: Uomini e Storie – L’arma perfetta

14/12/2010

Con la terza puntata di _Spin Doctors: Uomini e Storie_ si arriva a parlare dell’invenzione dell’ “arma perfetta”: la comunicazione. Protagonista del primo dopoguerra ancora Edward Bernays, impegnato questa volta nella vicenda guatemalteca e con la consacrazione del ruolo dello spin doctor, come professionista indispensabile in ambito politico.

di Gabriele Cazzulini
La comunicazione è un’arma? Il segreto del successo di Edward Bernays è aver inventato una comunicazione capace di produrre effetti concreti, anche dirompenti. E così fu. Ma oggi…
Negli stessi anni in cui si costruivano le prime bombe atomiche, la comunicazione diventava un’arma altrettanto potente – ma invisibile. L’uso degli arsenali nucleari si fermò al livello degli esperimenti. La comunicazione andò oltre. I primi spin doctors andarono oltre i loro contratti con aziende e media.
Era il 1954 e il Guatemala, repubblica centro-americana al confine col Messico, era governato da un presidente, Jacobo Arbenz Guzmàn, che voleva imprimere una svolta socialista: lotta alle multinazionali che impoverivano il paese, distribuzione dei latifondi ai contadini, nazionalizzazione delle banche e delle poche industrie locali. Era un esperimento troppo pericoloso per gli Stati Uniti, che temevano un contagio filo-sovietico al resto dell’America Latina. Ma la regola per non surriscaldare la guerra fredda in una guerra vera e propria era che Usa e Urss agissero in segreto, nell’ombra, senza coinvolgimenti ufficiali e diretti. Allora ecco il piano per liberarsi di Guzmàn e instaurare un regime pro-Usa, ma senza sporcarsi le mani. Come? Con la comunicazione!
Così Bernays ed un team di esperti di comunicazione iniziano a lavorare per una strana coppia: le 2 C: la Cia, proprio così, i servizi segreti americani, e per la Chiquita, sì la banana, cioè il prodotto principale della United Fruit Company, che all’epoca era una potenza mondiale con la linea diretta con la Casa Bianca. Il compito degli spin doctors fu convincere il Guatemala e il mondo che Guzmàn era il male. Radio, stampa, manifesti, dichiarazioni ufficiali, volantinaggio, comizi – era la prima campagna di marketing contro un leader politico senza una guerra in atto. I toni si fecero sempre più duri, la pressione mediatica sempre più forte. Nel giugno del 1954 si realizza il golpe delle forze ribelli, dirette dalla Cia, che defenestrano Guzmàn e installano una nuova leadership filo-americana. Il mondo crede che un pericoloso dittatore comunista sia stato sconfitto dalla sete di libertà del suo popolo. Non è così. Ma poco importa.
Il successo dell’operazione segna la consacrazione del ruolo politico dello spin doctor. E’ la svolta fondamentale: da ora in poi lo spin doctor diventa un professionista della comunicazione politica. Non è soltanto un uomo di marketing, come il controverso Don Draper di “Mad Men” – la serie tv “cult” che racconta con crudo realismo le performance professionali, oltre che intime, del direttore creativo di una griffata società di marketing sulla Madison Avenue nella New York dei primi anni Sessanta. No, lo spin doctor maneggia una merce molto più preziosa e pericolosa: il potere. Ma non è più l’epoca di Bernays, anche se lui muore nel 1995, a 103 anni, e finisce tra i cento americani più influenti di tutto il Novecento. Senza di lui lo spin doctor non esisterebbe.
Il golpe in Guatemala diventa un’operazione da manuale. Lo spin doctor diventa il consigliere del principe, il consulente politico più ascoltato perché basta una parola fuori posto e il leader rischia la gogna mediatica. Ditelo a Jo Moore, spin doctor (ma esiste un femminile per spin doctor?) di Stephen Byers, ministro dei trasporti di Tony Blair. L’11 settembre del 2001 Jo Moore dirama agli uffici del suo ministero una nota in cui consiglia di approfittare della tragedia delle Twin Towers per “seppellire” ogni commento coi media sui gravi scandali del governo. Quando, un mese dopo, la nota viene scoperta il ministro Byers è costretto a dimettersi, ovviamente dopo aver licenziato Jo Moore. Lo spin doctor impugna un’arma che rischia di finire puntata alle sue tempie.
A proposito di armi e di questioni arabe, negli anni Novanta, una dinastia famigliare americana, che ha governato il paese prima col padre e poi col figlio, metterà le mani nel vespaio mediorientale. Proiettili, politica, petrolio ma soprattutto propaganda. Infatti, sin dall’inizio sarà una colossale macchinazione propagandistica, affidata a grandissimi spin doctor. Ma uno in particolare, come fece Bernays, cambierà di nuovo le regole del gioco. Sì, è lui, “the architect”… e in confronto il golpe in Guatemala sarà una passeggiata. Prepararsi all’invasione… della prossima puntata!
Tratto da Spinning Politics

Le puntate precedenti:
Spin Doctors: Uomini e Storie – Edward Bernays
Spin doctor: Uomini e Storie
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