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Steccati e finestre: un articolo di Paolo D'Anselmi
25/01/2005
Comunicazione pubblica, comunicazione privata. Il dibattito Muzi - Rolando invita alla apertura di un sottoprocedimento: uno che fa i bilanci sociali che concorrono all'Oscar Ferpi è un comunicatore? Uno che si preoccupa di comprendere quale sia e come sia misurabile l'impatto allargato di una impresa; uno che si chiede a quali pubblici sia diretto il bilancio sociale, cerca di capire quali variabili e indicatori misurino l'interesse di tali pubblici; uno che fa il giro delle sette chiese per elicitare contenuti dai meandri della istituzione; uno così è un analista di politiche (pubbliche o private), ma non si sa se è anche un comunicatore. "Ma sei tu che contatti i giornalisti; sei tu che organizzi l'evento di presentazione?" No, non sono io, offro supporto a quelli che lo fanno, lavoriamo insieme. Insieme creiamo qualcosa che prima non c'era e che ciascuno da solo giammai arriverebbe a fare. È vera comunicazione? Ai posteri.Nelle more che la storia si esprima, mi pare utile esaminare in che modo questo c'azzecca con il dibattito su comunicazione pubblica e privata. Relatore pubblico RP in senso stretto e analista di politiche sono parti di uno stesso processo. Molto vicine. Come non v'è distinzione alcuna tra comunicatore pubblico e privato, propongo che vi sia poca distinzione tra relatore pubblico e analista di politiche - AP.Cosa è l'analisi delle politiche: il bilancio sociale BS non inventa niente di nuovo, sedimenta in forma standard studi finora svolti in accademia (esempio: Dente, Mulino, 1990) o ad hoc. Welfare economics e analisi costi benefici sono ingredienti del BS. Momento chiave della analisi costi benefici è la identificazione degli stakeholder e la estensione di tale concetto rispetto agli attori della analisi economica tout court. Caso paradigmatico è quello degli abitanti della valle che verrà allagata con la costruzione della diga. L'analisi costi benefici include la modifica dei processi organizzativi citata nella diatriba di cui sopra: la "comunicazione (è) intrecciata a processi organizzativi che si basano sulle relazioni". Altro ascendente accademico è il lavoro di Regina Herzlinger nel campo del management control in non profit organizations. Si arriva così alla valutazione dei programmi d'azione che il bilancio sociale compendiata. A caccia di intangibili, esso ricircola nel privato tecniche sviluppate per l'ambito pubblico.È questo il background culturale che porta l'AP a trovare sexy una circolare del ministero del tesoro. Questa perversione mi pare l'abbiamo in comune con gli RP. Il denominatore comune dunque tra procedimento generale (dibattito comunicazione pubblica privata), ed il subprocedimento (RP AP) è dunque la domanda stessa: in ogni partizione del mondo ci sono delle aree grigie, ma ci aiuta erigere steccati invece che spalancare finestre?Tutto questo viene a saldarsi con quanto argomenta Toni su VITA riguardo alla ownership istituzionale della responsabilità sociale, tra relazioni pubbliche e capo azienda. Il bilancio sociale deve fare capo a chi fa capo il bilancio contabile, pena le trappole che l'articolo espone. Ma la tendenza attuale è per affidarlo alle RP. Questa è la realtà di oggi che porta alla "necessità per i comunicatori di acquisire nuove competenze specifiche". Nelle more che il capo si svegli, cogliamo dunque questa opportunità: serve allo sviluppo accademico ed economico della comunicazione istituzionale parlare con gli analisti di politiche, per andare oltre il rendiconto di mecenatismo e filantropia.Paolo D'Anselmi