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Terremoto: informazione o allarmismo?

13/06/2012

Un documento della Commissione Nazionale Grandi Rischi ha ipotizzato la possibilità di un sisma che potrebbe provocare ulteriori gravi danni nella zona di Ferrara. Si tratta di informazione di pubblica utilità o allarmismo irresponsabile? L’opinione di _Paolo Bruschi_ all’indomani della scelta di rendere pubblica un’eventualità che può scatenare il panico.

di Paolo Bruschi
Allarmismo irresponsabile. E’ difficile trovare parole per commentare il documento della Commissione Nazionale Grandi Rischi rispetto al possibile “big one” che potrebbe colpire Ferrara da un momento all’altro.
Un conto infatti è fornire informazioni, un altro suscitare il panico in una popolazione già ai limiti della sopportazione, senza peraltro nessun effetto pratico sul piano della sicurezza. La gente vuole dati, vuole sapere cosa pensano gli esperti, ma vuole soprattutto cosa consegue da questi studi: indicazioni su cosa fare in concreto, finanziamenti e tecniche per la messa in sicurezza preventiva. In questo caso, invece, nulla di tutto questo è stato fornito. Non dati certi, ma solo vaghe speculazioni. E certo nessun risultato concreto, se non quello di minacciare una spada di Damocle che penderebbe sul ferrarese. Per assurdo, se avessero detto che bisognava evacuare tutta la regione, avrebbe avuto più senso. Così, invece, sono solo parole al vento. Buone solo per evitare figuracce se dovesse accadere qualcosa in futuro.
E il fatto che quello incriminato sia un documento preparato da tecnici e rilasciato dal Governo dei tecnici, non è una buona scusa per quanto accaduto: nessun tecnico con queste responsabilità può permettersi di ignorare come un’informazione verrà riportata dalla stampa, dai media in generale e ora anche dai social network. Soprattutto quando uno studio interno, per addetti ai lavori, si trasforma in un documento destinato al pubblico.
La trasparenza dei dati e delle decisioni è un principio sacrosanto, fare informazione pubblica è fondamentale, ma richiede strategie comunicative e competenze specifiche, che non possono essere improvvisate in questo modo. In questo caso, invece, è mancato persino il comune buon senso. I principi di notiziabilità e il funzionamento dei mezzi di informazione non possono essere ignorati così platealmente da chi ha come compito anche quello di fornire informazioni al pubblico.
La gente è da giorni impegnata notte e giorno ad aggiustare casa, a ricostruire monumenti, a far ripartire le aziende. Consapevole che il fenomeno sismico sia ancora in corso, ma non per questo disposta ad arrendersi. Quali saranno ora le conseguenze di un annuncio così scellerato?
Il rischio è alto, lo abbiamo capito da soli, sulla nostra pelle, quando nessuno ci aveva avvertito. Ora facciamo appello alle autorità, consapevoli che non è questo il tempo delle recriminazioni, perché ci facciano sapere cosa ci aspetta e come affrontarlo. Ma c’è modo e modo. E questo non è il modo.
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