Ferpi > News > Una Rete che parla solo inglese

Una Rete che parla solo inglese

06/11/2006

Il 90 per cento delle seimila lingue parlate al mondo non è rappresentato in Rete. Se n'è appena discusso nel corso dell'Internet Governance Forum.

In un mondo che gira intorno alla comunicazione non si può ignorare il problema delle lingue, ancora oggi, nel 2006, enorme ostacolo nelle relazioni tra individui.
Internet è inglese, senza ombra di dubbio, con un'esigua rappresentanza del restante dieci per cento degli idiomi. Del 90 per cento degli altri linguaggi e dei loro alfabeti non c'è traccia. Questo il censimento emerso nel corso delle giornate di Atene. Una grande sconfitta per il cyberspazio che aveva ed ha, a ragion veduta, l'ambizione di creare un'enorme e mondiale rete sociale. Adama Samassekou - presidente della African Academy of Languages in Mali - in occasione dell'Internet Governance Forum di Atene ha parlato di divario (divide) linguistico, denunciandone la maggior gravità rispetto al divide digitale. Ma in realtà i due divari finiscono spesso con il coincidere e la distinzione tra have ed have-nots ricalca spesso la distinzione generale tra inclusi ed esclusi dalle relazioni sul web, poiché ormai dovunque nel mondo chi ha gli strumenti culturali ed economici sa l'inglese, specie nelle nuove generazioni.
Internet è l'accesso all'informazione, e il fatto che una percentuale così alta dell'umanità sia senza voce si traduce nell'impossibilità di partecipare a un dibattito globale. Ma se l'ostacolo linguistico con uno sforzo potrebbe anche essere risolvibile, esiste il problema della traslazione da un alfabeto all'altro. Inoltre esistono lingue che non vantano alcuna tradizione scritta. Fra le soluzioni ipotetiche proposte ad Atene c'è quella del web semantico, un sistema informatico capace di creare pagine in un linguaggio interpretabile dalla macchina, e quindi rielaborabile in modo più intelligente.
Emanuela Di Pasqua - Totem
Eventi