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Una vita a punti: la Gran Bretagna seleziona i talenti migranti

21/03/2006

Un articolo di Enzo Mario Napolitano.

Il 6 marzo 2006 il Ministro degli Interni della Gran Bretagna,  Charles Clarke, ha presentato al Parlamento il documento "A Points-Based System: Making Migration Work for Britain" già anticipato un anno fa in occasione della presentazione della nuova politica britannica in tema di immigrazione contenuta nel documento "Controlling Our Borders: Making Migration Work for Britain, Five Year Strategy for Asylum and Immigration".Una politica di ammissione selettiva che all'inizio del 2005 è stata sottoposta al vaglio di alcune categorie di stakeholder. Di tale consultazione è stata data rendicontazione nel documento "Selective Admission: Making Migration Work for Britain" presentata nel luglio 2005.

Il piano di Clarke è esplicitamente finalizzato a selezionare e attrarre prima di tutto i migranti in grado di contribuire maggiormente allo sviluppo e alla competitività dell'economia britannica e allo scambio culturale. La Gran Bretagna si propone quindi come destinazione per i migranti portatori delle maggiori abilità e talenti.Il tutto sulla base di una consapevolezza resa esplicita nel piano governativo: la migrazione offre un contributo sostanziale alla crescita economica, aumenta gli investimenti, l'innovazione e l'imprenditorialità ma rappresenta un arricchimento culturale della comunità inglese.Questa politica  ha portato il governo britannico a individuare cinque  categorie (Tier) di migranti:Tier1  - gli "highly skilled" in grado di apportare un immediato vantaggio all'economia britannica e per i quali già esisteva un precedente programma (Highly Skilled Migrant Programme - HSMP);Tier2 - gli "skilled workers" già dotati di un'offerta di lavoro;Tier3 - i "low skilled" stagionali;Tier4 - gli studenti;Tier5 - giovani lavoratori temporanei. 
Il sistema di  ammissione selettiva a punti (definito points-based approach) è finalizzato a selezionare i migranti di talento che possiedono il punteggio minimo per entrare e restare in Gran Bretagna. Tali punteggi, nelle intenzioni governative, dovrebbero rappresentare anche le potenzialità e le probabilità di successo dell'esperienza migratoria oltre che l'attitudine a integrarsi nella comunità inglese.
Talenti misurati sulla base di alcuni attributi (titolo di studio, reddito previsto, età, precedenti esperienze vissute in Gran Bretagna) che, se tra loro combinati raggiungono il punteggio minimo, attribuiscono il diritto di entrare in una categoria.Ad esempio, un migrante di 40 anni dotato di Bachelors degree  non ottenuto in Gran Bretagna  può ambire a entrare in Tier1 solo se riesce a dimostrare di prevedere un reddito annuo di almeno 40 mila sterline e quindi  a raggiungere almeno 75 punti (30 per il titolo di studio, 45 per il reddito e 5 per l'età).Tutti i migranti, con l'unica eccezione gli "highly skilled",  sono obbligati a dotarsi di un'organizzazione sponsor che presenta all'ufficio competente "Home Office" una domanda di sponsorizzazione garantendo l'attitudine del migrante a svolgere una determinata attività o a seguire un determinato corso di studi e, a richiesta di "Home Office",  allegando una polizza assicurativa.Clarke si propone quindi di consolidare e incrementare il capitale umano migrante di cui l'esperienza coloniale ha dotato nei secoli la Gran Bretagna attraverso una dichiarata azione di "brain drain" finalizzata alla massimizzazione del "brain gain". 
Probabilmente Clarke non ha ancora letto il nuovo libro dell'economista Richard Florida (The Fly of the Creative Class", Harper Business, New York, 2005) che scrive "Immigration is the lifeblood of the creative economy" e che pone in guardia gli attori politici ed economici dal rischio di limitarsi a sviluppare strategie unicamente rivolte ad attirare gli high-skilled immigrants (che risultano più nomadi alla ricerca di nuove esperienze e occasioni che migranti alla ricerca di un a comunità in cui integrarsi) e a trascurare i low-skilled immigrants che invece investono molto sull'educazione dei figli per farli diventare portatori di abilità e conoscenze superiori a quelle della prima generazione. 
Enzo Mario NapolitanoEtnica, la scuola per l'economia interculturale scuola@etnica.biz  www.etnica.biz
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