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Uno sguardo nella testa dei consumatori: il neuromarketing

15/06/2004
Gli strumenti diagnostici delle neuroscienze trovano una nuova applicazione nel marketing. E' questa l'ultima frontiera che stanno esplorando alcune tra le principali aziende occidentali: il neuromarketing. Elettroencefalogramma e risonanza magnetica vengono utilizzati per controllare scientificamente le preferenze del consumatore, in base alle zone cerebrali che maggiormente vengono irrorate dal flusso sanguigno.
L'idea è venuta verso la metà degli anni novanta a un professore di Harvard, Gerry Zaltman, ma non ha troivato applicazione fino al 2001 quando l'agenzia di consulenza in marketing, BrightHouse aprì una divisione apposita, la Neurostrategies Group.Tra i clienti della BrightHouse c'erano aziende del calibro di CocaCola, Delta Airlines e Home Depot.DaymerChrysler e Ford sono state le prime in Europa ad utilizzare questa nuovo strumento di indagine delle preferenze dei consumatori e i risultati ottenuti sono considerati soddisfacenti, abbastanza per proseguire l'esperimento.
Non ci sono ancora infatti studi su larga scala che dimostrino la reale efficacia del neuromarketing, e alcuni già polemizzano sull'utilizzo di macchinari destinati alla diagnosi medica per scopi diversi. Alla prima lacuna solo il tempo e l'accumularsi di dati potrà portare rimedio; all'obiezione sul corretto uso dei macchinari ha risposto invece Tim Ambler, ricercatore alla London Business School: "Uno strumento è uno strumento, e se chi lo possiede lo affitta ad un prezzo che gli conviene, tutti sono soddisfatti".
Gabriele De Palma - Totem
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