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Vaticano: la radio del Papa apre agli spot

29/05/2009

Dopo quasi ottanta anni di vita Radio Vaticana si 'arrende' alla pubblicità, inserendo nella sua programmazione spot commerciali. Enel sarà il primo inserzionista, da settembre i messaggi promozionali saranno diffusi in 5 lingue.

Per ottanta lunghi anni di vita non aveva mai ceduto alle lusinghe degli inserzionisti. Ma la necessità di risanare i bilanci in passivo ha convinto il direttore – Padre Federico Lombardi – a prendere una decisione definita ‘rivoluzionaria’.


Fa notizia, in effetti, sapere che la Radio Vaticana, dal prossimo 6 luglio, inserirà nei suoi palinsesti una serie di spot commerciali. Una scelta che modifica profondamente la fisionomia di un’emittente che, fin dal 1931, da quando cioè per volere di Pio XI andò in onda la prima trasmissione, non si era mai ‘arresa’ alla pubblicità.


“Ma – ha assicurato Padre Lombardi – non verrà meno la prima vocazione della radio: quella cioè di essere uno strumento di evangelizzazione in tutti i continenti”. Per evitare dunque imbarazzi di sorta sarà necessario selezionare attentamente le aziende che vogliano trasmettere messaggi pubblicitari, “coerenti con la nostra natura”.


Il primo inserzionista sarà Enel. La multinazionale leader nel settore energetico manderà in onda i suoi spot in 5 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco. “Siamo onorati – ha detto il presidente Piero Gnudi nella conferenza stampa di presentazione – di essere stati scelti come primi inserzionisti di una radio che è tra le più diffuse al mondo; anche perchè questo progetto ci dà la possibilità di comunicare i nostri valori direttamente a quelle persone che sono i nostri utenti e cioè le famiglie”.


E se il lavoro di preselezione degli inserzionisti sarà affidato alla concessionaria di pubblicità Mab.q (che non stipulerà contratti senza prima aver visionato gli spot), da un punto di vista tecnico gli spot di Enel saranno mandati sul canale in fm ‘One-o-five’, attivo principalmente sulla zona di Roma, ma accessibile anche su gran parte del territorio nazionale.


Gli introiti della pubblicità, che secondo Padre Lombardi “nell’arco di un anno potrebbero crescere fino a 100 mila o 200 mila euro”, si sommeranno al budget annuale della radio pari a 20 milioni di euro, e potrebbero essere utilizzati per rinnovare il palinsesto.


L’idea dei contenuti commerciali sulla sua radio sembra sia piaciuta anche al Papa, già favorevole in altre occasioni a soluzioni moderne, come Youtube e Internet. “Lui ha fiducia nel nostro senso di responsabilità e si affida a noi per certe scelte”, ha concluso padre Lombardi, e volendo rassicurare i radioascoltatori e gli scettici, ha aggiunto: “I messaggi di Benedetto XVI ovviamente non saranno interrotti dagli spot…”.


Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e


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