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Verso l’evoluzione di un giornalismo globale

06/03/2012

_NPR_, il network americano che riunisce 900 emittenti pubbliche, dice addio alla politica del falso equilibrio e detta gli standard per un giornalismo accurato e completo al servizio del pubblico.

Il concetto di verità ha sempre affascinato l’uomo, si pensi alla ricerca platonica del vero madre di tutta la filosofia occidentale, ma esso è difficile da analizzare e spesso nel campo della comunicazione ci si chiede se esista una sola verità o essa sia in realtà data dalla somma delle verità soggettive. Qual è l’approccio giornalistico al vero? ll giornalista di un tempo si accontentava di offrire due punti di vista opposti in merito ad una vicenda, dando voce alle famose “due campane”, e perseguendo un equilibrio fasullo basato sulla semplicistica suddivisione dei lettori in “a favore” e “contrari”. Ma ai tempi del giornalismo web e Twitter è ancora valida questa tecnica? Se lo è chiesto la National Public Radio, NPR, un network americano di 900 radio pubbliche americane sorto negli Anni Sessanta, che a partire dal 2010 ha dato origine ad una task force composta da giornalisti e manager NPR i quali, tramite il dialogo con gli stakeholder, i cittadini e i membri dello staff, hanno ripensato e ridefinito il codice etico del giornalismo.
Il nuovo Handbook NPR è dunque il risultato di anni di confronto sul tema del giornalismo, un prezioso ed aggiornato manuale di orientamento etico che ha messo in luce la complessità della verità e bocciato definitivamente il modello dell’imparzialità a tutti i costi.
Il documento è suddiviso in sezioni che evidenziano i valori di riferimento del network quali accuratezza, onestà, completezza, indipendenza e trasparenza e termina con un interessante capitolo intitolato Mettere in pratica i principi nel quale NPR afferma che uno degli obiettivi principali di questo statuto è quello di creare dibattito attorno a tale argomento: “esso mira a promuovere una cultura che ci imponga e ci renda capaci di esercitare le nostre coscienze ogni giorno”.
E il dibattito internazionale si è davvero incendiato in questi giorni: il primo ad accogliere la novità del manifesto NPR è stato Jay Rosen, filosofo della New York University e fondatore del movimento Citizen Journalism che, dalle pagine del suo blog Press Think, festeggia la fine del giornalismo del “lui dice…” e “lei dice…” e la nascita di un giornalismo sbilanciato simile a quello in uso su internet nel quale i blog offrono ciascuno la propria versione e poi sta al lettore orientarsi all’interno della notizia. “la grande idea che sta dietro NPR, – afferma Rosen – non è quella di proteggere la reputazione professionale dei giornalisti o la credibilità della redazione, bensì di creare un pubblico informato che sia capace di avere a che fare con numerose sfide.”
A gennaio il dibattito si è spostato sulle pagine del New York Times laddove il “public editor”, Arthur Brisbane, si è interrogato sul futuro della sua professione e si è chiesto se Il New York Times debba essere il vigilante della verità. La direttrice della testata americana, Jill Abramson, preoccupata ha esposto a Brisbane i suoi dubbi in relazione alla nascita di una nuova stampa orientata, o meglio commentata, e ha difeso il giornalismo classico lanciando un monito importante: “Dobbiamo però essere attenti che anche il controllo dei fatti sia equanime ed imparziale, senza scivolare mai nel tendenzioso. Tante voci che strillano chiedendo «fatti» – conclude Abramson – vogliono in realtà solo ascoltare la propria versione dei fatti”.
La riflessione contagia anche i nostri quotidiani nazionali, il primo marzo Gianni Riotta interviene sulle pagine de La Stampa con l’articolo Giornalisti: «le due campane» non bastano più. Di fronte alla consapevolezza di essere distante da una soluzione alla diatriba che vede schierate parzialità e imparzialità a contendersi il futuro del giornalismo globale, Riotta, cita parole di Fred Friendly, padre della tv americana, che ammoniva gli studenti di giornalismo della Columbia University (e Riotta stesso) in tal modo: “Gentlemen, il nostro lavoro non è convincere la gente a pensarla come noi. Al contrario, è aprire le menti presentando tutti i fatti: così da rendere per la gente la fatica di prendere una decisione tanto intensa che l’unica via di fuga sarà mettersi a pensare”.
Clicca qui per scaricare l’handbook di NPR.
Claudia Balbi
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