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Verso una nuova cifra comunicativa?

30/01/2012

A nemmeno 100 giorni dall’incarico, _Mario Monti_ mostra un radicale “cambio di carreggiata” per quanto concerne politica e stile comunicativo. L’opinione di _Toni Muzi Falconi_ secondo cui è una “dimostrazione che si può, che funziona e che si deve! Una lezione per tutta la classe dirigente del Paese e per tutti noi”.

di Toni Muzi Falconi
Non sono ancora passati cento giorni, il tempo minimo che si dovrebbe concedere ad un nuovo organismo per mettere a punto politica e ‘cifra’ comunicativa prima di provare a compierne una analisi critica.
Ma sono state settimane di grandi e importanti avvenimenti e per di più in larga parte voluti, programmati e consapevoli.
Solo in minima parte sono stati non governati e/o non previsti, per cui credo sia giusto avviare una riflessione di natura professionale del Governo Monti.
Ci provo nella speranza che saranno molti i colleghi che vorranno contribuirvi con critiche, suggerimenti e aggiunte.
Anche un marziano che per la seconda volta atterrasse per caso in Italia (la prima, in qualsiasi momento del governo precedente) farebbe fatica a non meravigliarsi del radicale cambiamento di politica e di cifra comunicativa.
Provo a segnalare alcune caratteristiche che a me appaiono preminenti e, soprattutto, volute.
L’uso delle mani, gli occhi sempre fissi sugli appunti, le pause per riconnettere i fili, l’ironia indisponente, la consapevolezza di superiorità, il garbo voluto e ricercato,la falsa modestia, la non furbizia nelle risposte, la non politica dell’annuncio, i frequenti cambiamenti di modalità procedurali, sensibili alle aspettative degli altri senza però cadere nello scarico delle responsabilità sul consociativismo: ecco alcune di queste caratteristiche, con qualche caduta, anche retorica… dovuta peraltro alla esplicita ferma volontà di mantenere, in ogni circostanza, uno stile alto.
Confesso che non ci credevo.
Ma la comunicazione è radicalmente cambiata e forse, indipendentemente da come poi andranno le cose da noi, abbiamo vissuto molte settimane di intensa partecipazione ad uno stile e a contenuti inediti.
Condivido che non tutto è perfetto e che si può migliorare. Ma di certo non possiamo non essere, come professionisti di Relazioni pubbliche, soddisfatti che il nostro Primo Ministro e il suo staff non solo siano del tutto consapevoli delle riflessioni critiche che troppe volte (ne convengo) abbiamo rivolto al modello cucù, ma che abbiano anche assorbito tutto ciò che andiamo elaborando insieme da tanti anni.
Potrebbe essere proprio questa quella ‘nuova forza motivante’ di cui aveva parlato Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno e che mi aveva stupito per la novità dell’insolita formula, piuttosto che usare la solita solfa della credibilità, della fiducia di cui ormai compriamo ovunque un tanto al chilo, tanto ce la menano tutti!
Voi che ne pensate?
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