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Vietato fumare, nei film

23/11/2006

L'accusa frequente è che l'industria cinematografica mostra sempre più spesso le sigarette nei film, incentivando così gli adolescenti a fumare. Risponde la Philip Morris con una campagna di relazioni pubbliche.

Da sempre il tabacco strizza l'occhio al cinema. Eroi buoni e divi ribelli fanno spesso del fumo un elemento della loro espressività. Tuttavia, sembra che entro breve si cambierà registro, e non solo perchè negli Stati Uniti il tabagismo è visto sempre peggio. Adesso ci si mettono le stesse compagnie che le sigarette le producono: Philip Morris chiede a Hollywood di non fare uso dei suoi prodotti, e nega il permesso di mostrare il suo marchio, incluso il celebre Marlboro.Prima si cercano vie alternative - un esempio su tutti: Philip Morris si dà alla produzione e pubblicizzazione del tabacco da masticare - e poi si chiede, in onore alla responsabilità sociale e alla reputazione, da tempo terreno minato per le major del settore, di escludere il fumo dai film dedicati a un pubblico generico. Numerosi infatti sono gli studi che testimoniano dell'influenza, sull'immaginario giovanile, del cinema, dei suoi protagonisti e soprattutto dei loro costumi. Secondo uno studio firmato dal Medical Journal Pediatrics, i ragazzini esposti alla visione di attori fumatori finiscono per diventare più facilmente fumatori a loro volta. E all'industria delle sigarette conviene adottare una politica chiara.C'è chi accusa l'operazione di essere solo uno stratagemma di immagine, chi rileva che comunque vada - anche in assenza di marchi leggibili - coloro che producono le bionde finiscono, ad ogni scena di fumo, per guadagnarci. Cosa ne pensa l'industria hollywoodiana è presto detto: i portavoce dichiarano che nessuno vuole incoraggiare l'uso di tabacco ma è bene sottolineare che la libertà d'espressione deve essere preservata.Serena Patierno - Totem
 
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