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Web 2.0: le istruzioni dei vescovi per i fedeli

21/01/2009

Convegno a Roma della Conferenza Episcopale sulla comunicazione on line.

“Nonostante sia cresciuto il rapporto con la Rete, la domanda resta: come possiamo essere noi stessi, fino in fondo, senza per questo assumere uno stile linguistico desueto, quando non tautologico, cioè ripetitivo?”. Se lo domanda il direttore dell’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali e portavoce della Cei, Don Domenico Pompili, che durante il suo intervento al convegno nazionale “Chiesa in rete 2.0”, promosso insieme al Servizio Informatico della Chiesa Italiana, ha sollevato numerosi interrogativi.


Don Pompili ha spronato i responsabili dei siti internet delle diocesi e delle associazioni cattoliche ad affrontare dei nodi cruciali: “È giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale? E, d’altra parte, in che modo le due esperienze, obiettivamente diverse, possono integrarsi?”. Nel proporre queste riflessioni, Don Pompili parte dal presupposto che la Chiesa e i suoi operatori siano degli “immigranti digitali”, per molti aspetti ben lontani da quelli che egli definisce “digital native”, cioè coloro che sono nati dopo la diffusione di Internet, in pratica i teenager di oggi.


La consapevolezza di questa diversità è la chiave, secondo Don Pompili, per stabilire le regole di un proficuo e stimolante utilizzo della Rete. Ciò che in apparenza sembrerebbe uno svantaggio, potrebbe rivelarsi la condizione ideale per entrare in maniera più critica e avvertita dentro un mondo decisivo, quello appunto del Web 2.0.
Secondo Pompili, “proprio la condizione di immigranti digitali aiuterà a valutare meglio questa nuova condizione”, confermando che “essere davvero contemporanei richiede una sorta di distanza dall’oggetto, senza lasciarci appiattire su di esso”.


E a conferma di questo atteggiamento propositivo della Chiesa nei confronti del Web e delle nuove tecnologie, è stato appena inaugurato Cathoogle, un motore di ricerca tutto dedicato ai cattolici. E importanti novità arrivano anche dal fronte YouTube: grazie a un accordo con la Santa Sede, il più popolare sito di video sharing ospiterà presto discorsi, omelie e interventi del Papa.


Luana Andreoni – Redazione Cultur-e
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