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Rp: le parole chiave del 2015

16/01/2015

Eva Maclaine

Il CIPR – Chartered Institute of Public Relations ha recentemente pubblicato #PR2015, una nuova guida sulle tendenze e le questioni che riguarderanno da vicino le Relazioni pubbliche nei prossimi 12 mesi. Il punto di vista del Presidente di CIPR International, Eva Maclaine.

La fame di autenticità è più grande che mai. In tutto il mondo la gente è sovraesposta ai messaggi dei media ed è alla ricerca di un cambiamento.

Etica


L’etica oggi ha un ruolo centrale nella nostra professione. I membri CIPR hanno un vantaggio sostanziale, sottoscrivendo un codice di condotta. Ma la pratica dell’etica a livello internazionale è una vasta area, i cui confini verranno spostati da governi, attivisti e aziende immorali. Se dobbiamo maturare come professione, le Rp devono diventare una forza orientata al bene, ma occorre fare di più per definire cosa sia la buona pratica, ovunque nel mondo.
Questo diventerà sempre più importante mano a mano che la tecnologia accelera. La wearable technology, l’uso di droni e la democratizzazione dei prodotti attraverso la stampa 3D, tutto porta con sé questioni etiche, che devono rientrare sotto i nostri riflettori professionali.

Professionalità


Se i professionisti vogliono diventare veramente tali e rivendicare il loro giusto posto tra i dirigenti è necessario dare l’esempio. Qui alcune regole di base.

  • Considerare sempre per prima la strategia. Non lanciarsi a capofitto in una campagna social solo perché il cliente lo richiede.

  • Ascoltare il proprio cliente e datore di lavoro. Poi ascoltare di nuovo. Solo allora si ha una possibilità di sostenere gli obiettivi di business dell’organizzazione.

  • Non cercare di impressionare con gli output. Le misurazioni non sono un optional per professionisti seri.

  • E per tutta la carriera ricordarsi di continuare a crescere. Sviluppate le vostre competenze ogni volta che potete. Dovremmo puntare alla formazione permanente. È il minimo che noi e i nostri clienti meritiamo.


Crossing


Questa piccola parola ha un enorme significato nella comunicazione globale di successo. Che si tratti di un livello transfrontaliero, di cross-culture, piattaforme trasversali o cross-professioni che si estendono su molti settori. Una volta si parlava di confini geografici e differenze culturali ma questo ormai è soltanto una piccola parte del nostro “arsenale” quando si lavora a livello internazionale.
In molti modi siamo tra due forze opposte: una che ci attira verso la crescente globalizzazione e l’altra che ci spinge verso una ipertargettizzazione e segmentazione. Mai prima d’ora il conflitto tra globale e locale stato così evidente e la necessità di conciliare necessaria.
In qualche modo dobbiamo sposare queste due forze per creare una buona strategia e un piano praticabile che raggiunga effettivamente le persone giuste, nel posto giusto, mediante un mezzo a cui diano valore e rispetto. E non ho dubbi su questo: la complessità delle piattaforme crescerà ovunque ci si trovi.

Il tipo sbagliato di diversità


Infine, lancio un appello sperando che una tendenza in atto si fermi. Sia lo European Communication Monitor che l’indagine del CIPR sullo Stato della Professione hanno rivelato una vergognosa mancanza di parità di retribuzione tra uomini e donne, con queste ultime che vedono un divario retributivo di oltre 12.000 £ a favore degli uomini. Questo deve cambiare.

Fonte: CIPR
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