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Caso Marcegaglia: uno spaccato del sistema di relazioni tra media, poteri politici ed economici

13/10/2010

L'intreccio tra il sistema di relazioni politico-istituzionale, economico e mediatico è una delle costanti del lavoro di relatori pubblici. La querelle sul "dossier" sulla presidente di Confindustria ci invita a riflettere sulla necessità di un rinnovato rapporto tra Rp e media. L’analisi di _Valeria Cecilia._

di Valeria Cecilia
Continua il dibattito sul Dossier Marcegaglia e sulle dinamiche relazionali – mediatiche che ci sono dietro. Dopo il commento di Toni Muzi Falconi, Valeria Cecilia analizza il ruolo delle Rp ed in particolare il delicato ruolo di chi lavora nelle relazioni con i media.
Il vice direttore de il Giornale Nicola Porro è indagato, insieme al Direttore Sallusti – su richiesta dei pm di Napoli Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock – per reato di violenza privata nei confronti del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, per aver detto, in una telefonata con il suo portavoce Rinaldo Arpisella che il Giornale avrebbe pubblicato nei giorni successivi articoli rivelatori a stampo giudiziario sulla stessa Marcegaglia.
L’audio delle telefonate (due tra Arpisella e Porro) le avremo ascoltate in tanti, sono disponibili qui
Il contenuto delle telefonate insieme ai fatti che ne sono conseguiti puntano il faro contemporaneamente su diversi aspetti cruciali:
• Il rapporto dei media con il potere politico e quello economico
• la libertà di stampa
• l’indipendenza dei media dai proprio padroni e/o editori
• il rapporto tra i media e gli uffici stampa delle organizzazioni
• la questione delle intercettazione e del loro uso
• l’esistenza di un super potere che agisce sopra tutti: politici, imprenditori e media e italia intera
Provo con cautela a esprimere domande e riflessioni su questi punti e su questa delicata quanto complicata maglia che intreccia gli attori più importanti del nostro sistema.
Il retroscena sul governo (mancato) delle media relations
Nicola Porro è un giornalista economico, è vicedirettore de il Giornale, ed esprime da tempo critiche verso la politica confindustriale della Marcegaglia. Dato che il Giornale è di proprietà della famiglia Berlusconi, a Porro viene rimproverato di attaccare la Marcegaglia solo perché questa da tempo si sta esprimendo in modo molto critico verso il Governo Berlusconi (questione crisi- manovre- riforme).
Dalla prima telefonata di Porro con Arpisella, il portavoce della Marcegaglia, sembra che la Marcegaglia – forse in risposta a questa linea critica di Porro? – abbia deciso di “non parlare” con il Giornale, non coltivando alcuna relazione con la sua redazione. Infatti Porro alla domanda di Arpisella sul perché il Giornale sarebbe intenzionato a fare per 20 giorni una serie di pezzi contro la Marcegaglia risponde: “Perchè è una stronza… perchè non c’ha mai filato… perchè non ha mai fatto un rapporto con noi, perchè quel cretino del tuo ufficio stampa (ndr. si riferisce a Roberto Iotti, ufficio stampa di Confindustria) neanche mi saluta quando mi vede in giro…”…. “ L’ho mandato proprio a f……..”……. …” Quindi se questo è quello che avete seminato… nei confronti del Giornale”… poi dice ancora “quando chiamiamo noi del Giornale ci date il direttore generale” (ndr. ci fate parlare/intervistare il direttore generale piuttosto che la Presidente).
Una nota simile sempre sull’insufficienza della relazione tra la Marcegaglia e il Giornale viene anche lanciata da Feltri domenica 10 ottobre in un articolo dove scrive che la Marcegaglia avrebbe dovuto chiamare direttamente lui, chiedendo chiarimenti circa la possibilità di vedere pubblicato un dossier contro di lei, e la cosa si sarebbe chiarita con facilità. Anche Sallusti scrive, sempre domenica, che uno degli errori della Marcegaglia è non aver chiamato il direttore personalmente e subito per chiedere chiarimenti.
Anche la seconda telefonata tra Porro e Arpicella, che lo ha richiamato, ritorna sulla questione dei rapporti scarsi tra il Giornale e la Confindustria e del fatto che la Marcegaglia non abbia chiamato Feltri per sciogliere i suoi dubbi.
Infatti – altro nodo delle rete – la Marcegaglia ha contattato Confalonieri, editore de il Giornale e, da quello che si legge in ottimi rapporti con lei – chiedendogli di chiamare il direttore Feltri per indagare su cosa stesse succedendo nella redazione de il Giornale.
Piero Ostellino oggi (ndr. 12 ottobre 2010) sul Corriere della Sera (chiarendo di non volersi schierare con nessuno se non con dei principi) dice che l’Italia è il paese dove le inchieste vengono chiamate dossier è che non è un paese normale perché se lo fosse stato, la Marcegaglia avrebbe aspettato che fosse uscita l’inchiesta e poi eventualmente sarebbe stata libera di fare querela, o in ogni caso se preoccupata avrebbe dovuto chiamare il direttore e non l’editore.
La questione del potere politico sui media e del grande potere occulto su tutti gli altri poteri
Nella prima e nella seconda telefonata spiccano altre due questioni allarmanti, e vengono dalla voce di Arpisella:
La prima è la questione della nomina di Riotta al Sole, dove Arpicella dice che è stata sostenuta da Berlusconi e Letta, mentre la Marcegaglia poi spiega sul Corriere che ha scelto in piena autonomia.
E, poi il discorso di Arpisella a Porro (seconda telefonata) sul potere occulto che è sopra tutti noi e che governa tutti noi, che è dietro a Fini, dietro alla Daddario, e al di sopra dei media, di Confindustria, dei politici, dell’Italia. Su questo oggi i giornali riportano che Arpisella dichiara di aver parlato a titolo personale senza riferimento specifico a fatti e persone reali.
La prassi e… lo scherzo
Quello che in questi giorni ha fatto maggiore eco tra i media è la questione del dossieraggio, mentre le dichiarazioni di Arpisella sulla questione Letta e sulla più spaventosa questione del grande potere occulto non hanno avuto grande spazio. E di fatto oggi sappiamo che né Arpisella né la Marcegaglia sono indagati, mentre Porro e Sallusti lo sono per reato di violenza privata.
Inoltre sappiamo che la Marcegaglia ha ricevuto sms e mail di sostegno da parte di politici e industriali. Porro e Sallusti non hanno ricevuto il sostegno di nessuno, di nessun collega, se non del loro giornale e di lettori sul loro sito e blog. E questo apre un altro filone di riflessioni.
Infatti, su cosa ha costruito la sua difesa il Giornale ? La difesa di Porro e de il Giornale nei confronti dell’accusa di violenza privata attraverso la minaccia di dossieraggio è fondata su due cose: si scherzava, e di questo ne è prova il fatto che il dossier non c’è. Inoltre Porro, oltre a dire che in quella telefonata si scherzava, dice pure che quello è un modo comune di scherzare nelle redazioni e con le fonti.
Ma gli altri media non si sono schierati con lui, e in modo esplicito domenica su l’Unità c’è una nota di Maria Novella Oppo che prende le distanze da questa linea di Porro e dice a Porro “parla per te”.
Ora, fermo restando il fatto che un giornalista commette un reato minacciando di danneggiare un soggetto attraverso la propria attività (articoli, inchieste), trovo molto fondato e condivisibile quanto scrive e ben sintetizza oggi sempre Piero Ostellino sul Corriere della Sera (chiarendo di non volersi schierare con nessuno se non con dei buoni principi) dicendo che “conversazioni come quella del vicedirettore del Giornale Nicola Porro con Arpisella scherzosa o maliziosa che fosse – e quella stessa della signora Marcegaglia con Confalonieri – ne corrono a centinaia, tutti i giorni, sul filo del telefono tra i responsabili delle relazioni esterne di aziende e di enti pubblici o privati e il mondo, compreso quello dei media, che li circonda. Se vogliamo metterla giù dura le parole di Porro sono un tentativo di violenza privata; la telefonata della Marcegaglia è un tentativo di impedire alla libera stampa di fare il proprio mestiere”…
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