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Cellulari: cinema sì, pubblicità no

09/05/2007

Secondo le stime riportate dal New York Times le principali case cinematografiche americane sono molto interessate al mercato dei video sul cellulare, ma lamentano la carenza di sponsor.

La telefonia mobile conferma il proprio ruolo nella comunicazione e avanza nel campo dell'entertainment, ma i capitali della pubblicità tardano a uniformarsi a questa nuova realtà. Warner Brothers, come fa notare il New York Times, ha prodotto una serie di sei cortometraggi dedicati agli utenti via telefonino ispirata alla popolare serie tv "Smallville", che narra le gesta giovanili di Superman/Clark Kent. Gli episodi per cellulari raccontano la storia di Oliver Queen, miliardario sindaco della città, anch'egli in possesso di un alter ego supereroe, la Freccia Verde. Secondo Lisa Gregorian, vice presidente esecutivo di Warner Bros Television Group, questa storia non sarebbe mai potuta entrare nello show televisivo e indirizzarla sui cellulari l'ha salvata dall'oblio. Ma se da un lato questo genere di produzioni sta acquisendo popolarità tra il pubblico, dall'altro non convince del tutto le aziende che stentano a trasferire l'enorme massa di pubblicità e denaro investite nei canali tradizionali sul piccolo schermo dei telefonini.
Nel 2006, secondo l'azienda di ricerche di mercato eMarketer, sono stati spesi 421 milioni di dollari per l'advertisement sui telefoni mobili contro i 48 miliardi erogati alla tv. La diffidenza dei grandi sponsor è, secondo il giudizio degli esperti del settore, legata al fatto che quella del cinema sul cellulare è una porzione di mercato ancora in fase di avvio. Il numero degli utenti statunitensi si attesta intorno a cinque milioni, aumentando di dieci volte rispetto al 2004, ma è ancora una piccola fetta rispetto ai 195 milioni di mobile phone diffusi sul territorio americano.
Dalle parti di Hollywood c'è grande aspettativa per il debutto di iPhone di Apple, che avverrà questa estate, che promette di rendere più facile la visione di film sui cellulari.
Fino ad allora gli studios continueranno a procedere per tentativi, come sta facendo per esempio 20th Century Fox che, dopo il successo del film politically uncorrect "Borat", ha approntato la distribuzione di dodici episodi da un minuto l'uno tratti da scene del lungometraggio e da inediti tagliati in fase di montaggio.
Emanuela Di Pasqua - Totem
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