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Chi ha paura dell’AI?

23/05/2023

Roberta Dellavedova

Il tema del cambiamento impresso dalle nuove tecnologie alla comunicazione è stato al centro della visita di alcuni soci del Consiglio Direttivo Nazionale e della Delegazione Lombardia di FERPI, lo scorso 15 maggio, presso wavespace, il laboratorio di trasformazione immersiva, realizzato da EY nel cuore di Milano.

L’intelligenza artificiale cambierà la nostra professione e il modo in cui comunichiamo? Certamente sì, e la notizia è che lo sta già facendo. 

Lunedì 15 maggio il tema del cambiamento impresso dalle nuove tecnologie alla comunicazione è stato al centro della visita di alcuni soci del Consiglio Direttivo Nazionale e della Delegazione Lombardia di FERPI presso wavespace, il laboratorio di trasformazione immersiva, realizzato da EY nel cuore di Milano.

Con Giuseppe Santonato, EY Data & Analytics Leader, abbiamo esplorato alcuni degli impatti presenti e futuri dei nuovi tool a disposizione che già oggi consentono di gestire documenti e testi e di effettuare analisi dal punto di vista semantico e di senso sempre più accurate e in tempi molto rapidi. Sfide e opportunità per i professionisti della comunicazione derivano anche dalla nuova frontiera degli algoritmi intelligenti con la cosiddetta AI generativa in grado di produrre articoli, position paper, saggi, e testi via via sempre più elaborati pescando e rielaborando le informazioni contenute soprattutto nel web. 

Che la nostra professione sia a un bivio forse è presto per dirlo. Certamente siamo di fronte a uno di quei cambiamenti epocali che, come professionisti, siamo chiamati a studiare in profondità capendone i meccanismi e prevenendone le inevitabili distorsioni. Il dilagare delle fake news e la loro magnitudine nell’influenzare la percezione della realtà (e della verità) dell’opinione pubblica, del resto, insegna.

Ecco perché diventa fondamentale per i professionisti della comunicazione accostarsi a questi strumenti che prolifereranno sempre di più in futuro con l’obiettivo di capire come possano essere utilizzati per gestire il processo comunicativo in tutte le sue fasi, mantenendo salda però quella che è la funzione essenziale della nostra professione, ovvero il governo delle relazioni. 

Insomma, l’intelligenza artificiale è qui per restare. A noi comunicatori il compito di trovare la chiave giusta per sfruttare al meglio tutte le potenzialità di una tecnologia che ci porterà molto lontano. Che lo vogliamo o no. E il viaggio è appena cominciato.

 

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