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Clima, le voci dissenzienti

17/05/2005

Un commento di Gianni Fochi all'articolo pubblicato la scorsa settimana su questo sito.

Caro Vladimiro,ti ringrazio dell'invio del vostro notiziario, che trovo ben fatto. Non condivido tuttavia l'entusiasmo espresso nell'ultimo numero in un articolo sul pronunciamento della Royal Society a proposito di cambiamenti climatici.A dimostrare che l'IPCC riflette valutazioni politiche piuttosto che scientifiche, basta un fatto: nella bozza del protocollo di Kyoto c'era scritto che non esistono prove della responsabilità umana nei cambiamenti climatici, affermazione poi censurata e stravolta nel testo finale.Insomma: chi crede nella responsabilità umana in questo campo potrebbe anche aver ragione, ma molti scienziati autorevoli sono di parere opposto (per esempio, nel 2001 io riferii sul Sole-24 Ore le idee prevalenti in un convegno internazionale presso l'accademia dei Lincei).Si sente affermare che il protocollo di Kyoto si basa comunque sul principio di precauzione: in nome della precauzione si dovrebbero però evitare programmi capaci di causare danni enormi all'economia dell'occidente e dei paesi in crescita (e quindi del mondo), a maggior ragione dal momento che gli stessi loro fautori ne ammettono le conseguenze limitatissime sull'effetto serra.Forse questo tema, non strettamente connesso con gli scopi della vostra federazione, non è di tuo interesse; in tal caso mi scuso della lungagnata e ti saluto, come al solito, con cordialità.Gianni FochiScuola Normale SuperiorePiazza dei Cavalieri, 7.56126 PISAhttp://homepage.sns.it/fochi



Il documento della Royal Society di Londra sui fatti e le fantasie relative al cambiamento climatico lo si trova qui.Il sito dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il comitato promosso dall'Onu che raccoglie 2500 scienziati di diversa nazionalità per valutare lo stato della ricerca sul clima.
 
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