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Comunicare lo tsunami

18/01/2005

Polemica su come hanno trattato il disastro i giornali svedesi. Troppo sensazionalismo e poco tatto nei confronti dei minori.

Neanche l'enormità della tragedia che ha colpito il sud-est asiatico ha fermato gli sciacalli che speculano sulle disgrazie altrui. Tra truffe e appartamenti svaligiati c'è anche chi viene accusato di speculare sull'informazione. La tanto invocata deontologia professionale giornalistica sta subendo nei giorni dello Tsunami un'importante prova del nove, impegnata a destreggiarsi tra delicatezza, privacy e rispetto da una parte e voglia di sensazionalismo a tutti i costi o di storie strappalacrime che alzano l'audience dall'altra parte.I giornali dei paesi scandinavi sono tra i più criticati e, come testimonia un articolo apparso su Le Monde, sono in questi giorni al centro di una vera e propria polemica.In Svezia in particolare, tra i paesi più colpiti dal disastro, la stampa è stata accusata di titoli eccessivi e violenti. Lena Nyberg, mediatrice incaricata di proteggere i diritti e le immagini dei minori nel regno scandinavo, punta il dito contro il quotidiano Aftonbladet. Ma dalla redazione si difendono sostenendo di aver sempre chiesto i permessi ai genitori per la diffusione di immagini e contenuti "forti".Anche in Norvegia e in Danimarca, in seguito a polemiche, ci sono state scuse o addirittura copie ritirate dal mercato di alcuni articoli considerati lesivi.La discussione continua tra i sostenitori della verità a tutti i costi e i diffusori di immagini racapriccianti quanto gratuite.Ma la deontologia è un fatto di sensibilità. Non bastano le regole.
Emanuela Di Pasqua-Totem
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