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Comunicazione, pirateria e diritto d’autore

19/01/2012

Una proposta di legge del Congresso Usa contro la pirateria online avrebbe effetti di vera e propria censura anche per molte attività di comunicazione che ormai fanno del web l’ambiente preferenziale. Le ragioni della protesta divenuta in poche ore globale.

Da qualche giorno sul web – ma non solo – è scoppiata la prima vera battaglia nella società della conoscenza. Una battaglia partita dagli States, dov’è in discussione al Congresso una proposta di legge sulla pirateria online che però avrebbe forti conseguenze sulla libertà di espressione in rete, diventata in poche ore globale. E che riguarda da vicino anche la professione e le società di Relazioni pubbliche, tra i principali artefici della comunicazione online.
Da una parte c’è il Congresso degli Stati Uniti dall’altra le nove società più importanti del web, da Google a Facebook, da Wikimedia a Wordpress, a Firefox, AOL, eBay, LinkedIn e Zunga.
La querelle si è sviluppata all’indomani dell’inizio della discussione al Congresso della Stop Online Piracy Act, meglio conosciuta con l’acronimo di SOPA. La legge prevede la possibilità, da parte delle autorità federali, di bloccare l’accesso, la pubblicità e i canali di finanziamento per i siti che vendono o semplicemente pubblicano illegalmente materiale protetto dai diritti d’autore negli Stati Uniti.
Una proposta a cui si aggiunge anche il dibattito sulla PIPA, nome in codice di Protect IP Act, per inciso, è una proposta di legge speculare al SOPA, presentata al Senato degli Stati Uniti dal senatore democratico del Vermont Patrick Leahy, a maggio del 2011, dopo che una versione precedente della legge era stata già bloccata in Senato nel 2010.
Per protestare contro questi due provvedimenti, che cambierebbero radicalmente la geografia informativa del web, da mercoledì 18 gennaio Wikipedia e Reddit hanno deciso un blackout dei propri siti e servizi. Protesta subito estesa al resto del mondo in poche ore.
“Come molti altri business, aziende, e utenti del Web – ha dichiarato Google, in un comunicato ufficiale – noi ci opponiamo a queste leggi perché ci sono metodi più adatti e mirati per tagliare fuori i siti disonesti, senza dover applicare censure ad uno strumento quale Internet. Per queste ragioni ci aggiungeremo ad altre compagnie per evidenziare le nostre perplessità”.
Con le norme previste nella versione attuale del SOPA il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti avrebbe il potere far partire un’ordinanza giudiziaria contro i siti Internet che violano i diritti di autore o ne aiutano la violazione. L’azione legale potrebbe essere chiesta anche dai detentori dei diritti d’autore. Una volta ottenuta l’ordinanza, il governo potrebbe imporre ai provider Internet di bloccare i siti sospetti e i loro canali di finanziamento. La legge stabilisce pene fino a cinque anni di carcere per i reati che sanziona. Chi è colpito dall’ordinanza ha fino a cinque giorni di tempo per presentare un appello, ma il blocco dei siti avverrebbe prima ancora che un processo stabilisca le eventuali responsabilità dei gestori dei siti.
“Condividiamo con i nostri colleghi di lingua inglese le preoccupazioni sul pericolo che l’approvazione di tali leggi da parte del Congresso degli Stati Uniti potrebbe comportare per la libertà del Web in generale, e per Wikipedia in particolare – si legge sul sito italiano di Wikipedia – e desideriamo unire la nostra voce al coro di chi chiede che il Web stesso possa rimanere libero da censure e limitazioni, e non essere influenzato da leggi, decise da pochi, che cerchino di arginare questa libertà. In quanto utenti di un Progetto basato sulla Licenza CC BY-SA e, nel nostro piccolo, autori anche noi, siamo particolarmente sensibili ai temi del rispetto del diritto d’autore e della proprietà intellettuale, e riconosciamo che i titolari dei diritti sulle opere d’ingegno abbiano ragione nel chiedere che tali diritti vengano rispettati: Wikipedia non approva la pirateria informatica, né la giustifica in alcun modo sulle pagine dell’enciclopedia. Gran parte del lavoro degli utenti di Wikipedia consiste in effetti nell’identificare e rimuovere, con la massima prontezza e velocità, le violazioni di copyright altrui che vengano inserite nelle voci”.
“Tuttavia, chiediamo a nostra volta che la lotta alla pirateria venga condotta con strumenti equi e responsabili, che non impediscano il lavoro o la semplice esistenza di quelle realtà che, sul web, operano per produrre opere culturali che siano accessibili e condivisibili da tutti e verso tutti – continua il comunicato della più grande enciclopedia online – Riteniamo, condividendo in questo le opinioni della Wikimedia Foundation, di Creative Commons, della Electronic Frontier Foundation e di molte altre associazioni del web libero e OpenSource, che le leggi SOPA e PIPA proposte negli Stati Uniti impongano limitazioni inaccettabili alla libertà di Internet, limitazioni che, nate con l’obiettivo di combattere la pirateria, di fatto renderebbero impossibili il nostro lavoro: la costruzione di un’enciclopedia a contenuto libero, che sia fonte di ricchezza culturale per chiunque”.
Quali i rischi?
Nonostante il progetto non sia ancora definitivo, il nocciolo duro della questione consiste nella possibilità, da parte delle autorità federali, di bloccare l’accesso, la pubblicità e i canali di finanziamento per i siti che vendono o semplicemente pubblicano illegalmente materiale protetto dai diritti d’autore negli Stati Uniti. Lo streaming di un video di cui non si possiedono i diritti d’autore sarebbe un reato punibile con il carcere, così come la vendita di merci contraffatte. Non solo: potrebbe essere considerato reato anche il semplice linkare contenuti che violano i diritti d’autore, in quanto aiuto alla loro diffusione. In questo modo a rischiare sarebbero in primis i siti che vivono di condivisione di materiale da parte degli utenti – Twitter, Facebook o Youtube – ma in assoluto qualsiasi sito Internet.

Opinioni opposte

Quella sul SOPA è anche una battaglia tra le aziende detentrici di diritti d’autore e quelle che nelle forme più diverse i diritti li sfruttano o gestiscono piattaforme su cui i contenuti vengono veicolati ( Google, Facebook, Wordpress ). Tra i primi certamente, industria discografica e cinematografica, aziende farmaceutiche e produttori di videogiochi che sostengono la legge con motivazioni di tipo economico: ogni anno la pirateria provoca milioni di euro di danni a realtà industriali che sono costrette a tagliare posti di lavoro.
Tra i detrattori certamente i giganti del web, riuniti in un gruppo di pressione noto come NetCoalition, di cui fanno parte tra gli altri Google, Yahoo, Amazon, eBay, PayPal e Wikipedia. Secondo questi ultimi, la legge sarebbe un attacco alla libertà di espressione su Internet, e costituirebbe un freno all’innovazione e alla nascita di nuove iniziative nel settore informatico. Molte delle grandi società informatiche riconoscono comunque la necessità di nuove iniziative legislative per contrastare la pirateria informatica, ed è stata presentata al Congresso una proposta di legge alternativa, chiamata OPEN e sostenuta tra gli altri da Google e da Facebook, che interviene principalmente sul ruolo del Dipartimento di Giustizia nel mettere in atto i provvedimenti anti-pirateria.
Cosa significherebbe per le Relazioni pubbliche
Praticamente nessuna delle grandi agenzie di Rp internazionali si è espressa contro il SOPA. Certamente, chiunque abbia nel proprio portfolio clienti un’azienda che lo sostiene, si guarderà bene dal denigrarlo. Ma l’approvazione di una simile legge, potrebbe rivelarsi un disastro per l’intero settore. Il web è una realtà ormai irrinunciabile per chi si occupa di comunicazione. I social network strumenti senza cui il lavoro assumerebbe connotati diversi. Proviamo a pensare ad un agenzia di Rp, che lanci un contest su Facebook, per un brand di un’azienda cliente. Qualche utente, in assoluta buonafede, potrebbe postare un video amatoriale in cui qualcuno canta una canzone famosa che nessuno riconosce come protetta da copyright. Questa violazione potrebbe portare al blocco del sito dell’azienda cliente. C’è bisogno di provare ad elencare le conseguenze? Moltissimi sono gli ambiti in cui una legge come il SOPA potrebbe avere ripercussioni: dai pagamenti con PayPal all’advertising fino ad un uso strumentale dei motori di ricerca.
Combattere la pirateria è giusto ma trovare soluzioni che consentano di continuare a lavorare e di difendere la libertà di espressione, che nessun mezzo come Internet prima d’ora aveva consentito, è un dovere.
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