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Cristoforo Colombo, primo navigatore genovese del web?

11/10/2004

Si è tenuto a Genova il 12 ottobre un convegno organizzato dal Comune (dall'assessore alla Comunicazione Anna Castellano e dal portavoce del sindaco Alberto Leiss) con la collaborazione di Ferpi. Una riflessione sulla città nell'era di Internet e importanti contributi di giornalisti e specialisti delle Rp.

L'attenzione di Genova alla comunicazione non è elemento nuovo nel corso di questo 2004: da alcuni mesi l'assessorato alla Comunicazione organizza incontri pubblici e finanzia ricerche per scoprire, capire e far sapere come la città comunica, sia all'interno sia verso l'esterno. Con l'appuntamento di oggi, 12 ottobre, si aggiunge l'importante tassello del WEB, cogliendo l'occasione offerta dai festeggiamenti per l'anniversario della scoperta dell'America nella città natale di Cristoforo Colombo. E mentre il ministro Scajola stava presentando nel corso del Salone Nautico alla Fiera del Mare il logo ufficiale di Colombo 1492, a Palazzo Ducale la professoressa Gabriella Airaldi coglieva analogie tra la rete del commercio e della comunicazione scritta ai tempi di Colombo e la situazione odierna. Pare infatti che Colombo vada annoverato tra i grandi comunicatori della storia, in un momento importante di passaggio dalle relazioni tenuto all'interno del bacino del Mediterraneo a quelle tessute con il resto del mondo.La città di Genova vista attraverso la sua immagine online mostra che bisogna compiere ancora molto lavoro. È solo l'inizio delle considerazioni della ricerca fatta da Totem e presentata da Franco Carlini, consultabile su www.totem.to/genoweb, che parte da dati quantitativi (in Rete "Genova" è citata 3,5 milioni di volte, contro i 75 milioni di "London") e approfondisce poi settore per settore le best practice del web ligure. Un encomio all'Autorità Portuale per industria e lavoro, a tu6genova tra i portali di servizio, a Mentelocale come unica piazza genovese in cui la comunità veramente partecipa e condivide interessi.Dal punto di vista dell'informazione giornalistica, anche l'Ordine dei Giornalisti (con il presidente ligure Attilio Lugli) è intervenuto ricordando il rischio di news-bufale online ed evidenziando l'importante tema della catalogazione delle notizie, oggi peculiarità personale e vero rischio di perdita di un patrimonio di conoscenza strutturato.Se invece la rete genovese viene considerata dal punto di vista dei servizi che è in grado di erogare, i ragionamenti dell'assessore al controllo Qualità e Informatica Giovanni Facco centrano uno dei veri problemi delle pubbliche amministrazioni: la carenza di risorse per i servizi online e la difficoltà a compiere un salto di qualità radicale.Anche il Censis, comunque, nel suo rapporto sulle Città digitali, dà al sito del Comune di Genova un posto d'onore tra i primi dieci d'Italia. Per Gianni Dominici, responsabile sviluppo tecnologico di Censis, la pubblica amministrazione rischia di comunicare solo a se stessa e di peccare dunque in autoreferenzialità. Se l'incamerare insieme le funzioni relazionale (comunità), istituzionale (il vertice dell'amministrazione) e funzionale (erogare servizi) per la PA è un sogno, forse la sola soluzione è quella di far sì che le funzioni appartengano al territorio e l'ente faccia da collettore.Le osservazioni di Carlo Mochi Sismondi, direttore di Forum PA e socio Ferpi, hanno contribuito a delineare uno scenario poco ottimista, fatto di ostacoli che la PA online dovrebbe superare. Il primo è la mancanza di fiducia del cittadino, il secondo è la percentuale di italiani che oggi usano la Rete (42,1) e il terzo è il problema dell'autenticazione online. La soluzione sta in un compromesso di cui non bisogna avere paura: le pubbliche amministrazioni possono tranquillamente muoversi in un'ottica multicanale, offrendo i propri servizi sia attraverso gli sportelli fisici sia con call center telefonici, sia online.Joao Duarte, studioso di relazioni pubbliche del Politecnico di Lisbona e amico di Ferpi e di Global Alliance, ha portato la sua esperienza internazionale raccontando il rapporto tra Internet, i pubblici e la città. Quali sfide l'epoca di Internet pone alla città? Grazie alla Rete è possibile sviluppare sfere pubbliche alternative che attraverso la Rete potranno esprimere liberamente le loro voci. Come i pubblici aiutano la città a diventare centro della vita collettiva? Promuovendo un miglior equilibrio e creando reti di organizzazioni strutturate. Perché i pubblici online sono importanti per la città? In Rete i pubblici possono sviluppare i loro gruppi di discussione con diversi strumenti e in questo modo sono in grado di creare senso e mobilitare gli individui. La Rete avvicina dunque pubblici e città.Il contributo della referente Ferpi ligure Sabina Alzona è servito a tracciare una panoramica dei cambiamenti che la Rete ha imposto ai professionisti delle relazioni pubbliche: comunicare online con gli stakeholder, monitorare la Rete, creare la reputazione anche in linea sono solo alcuni dei passi da compiere. Raccomandandosi sempre di non snaturare i principi originari della Rete fatti di democrazia e orizzontalità.Sui cluster per definire i vari pubblici, o per dirla con il vecchio linguaggio del marketing, i diversi target, si è soffermato Sergio di Paolo (presidente Comunicazione di Assindustria Genova), ricordando di non sottovalutare la dinamicità e i fattori culturali, oltre a quelli sociodemografici.Per l'amministratore delegato di Genova 2004 Enrico Da Molo le reti e gli stakeholder sono molteplici nella promozione delle attività per quest'anno in cui Genova è capitale europea della cultura.A chiudere i lavori, una tavola rotonda ha ancora discusso di cosa avverrà a fine 2004: per Toni Muzi Falconi in quest'anno il Comune è riuscito a diventare una struttura comunicativa, ma ora verrà il difficile, occorrerà lavorare di più per orientare le politiche di comunicazione e soprattutto, visto l'interesse per l'area del Mediterraneo, converrà passare dalla "COMUNICAZIONE A" alla "COMUNICAZIONE CON".Eva Perasso - Totem
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