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Cultura è Economia

11/07/2012

La valorizzazione di beni e attività culturali potrebbe generare un giro d’affari di 170 miliardi e 3,5 milioni di posti di lavoro. Un convegno a Napoli, con il patrocinio del _Mibac,_ affronterà questa complessa tematica alla presenza del Sottosegretario alla Comunicazione e all’Editoria, _Paolo Peluffo_ e del Presidente Ferpi, _Patrizia Rutigliano_.

Cultura è Economia. Un titolo che è uno statement per esprimere la forza di un potenziale, insito nella Cultura, ancora sottodimensionato per il nostro Paese a fronte di un enorme patrimonio di beni e attività culturali che potrebbe divenire fonte di sviluppo, economia e occupazione.
Partendo dalla Campania, regione che vanta ben cinque siti Unesco, Ferpi, la Federazione delle Relazioni pubbliche italiana, si propone di avviare un dialogo fattivo tra diversi soggetti coinvolti nella filiera dei beni culturali: Istituzioni, imprese e operatori del settore ma anche i comunicatori, con l’obiettivo di rafforzare una relazione già avviata tra Cultura e Economia nella consapevolezza che la valorizzazione dei beni architettonici, monumentali e paesaggistici deve esser affrontata sotto una cornice di responsabilità collettiva.
Da un recente studio dell’ Università Cattolica emerge che, l’Italia, nonostante vanti il primato di 44 siti dell’Unesco, il Pil legato all’industria culturale é fermo a 35 miliardi di euro contro i 78 della Gran Bretagna e gli 82 della Francia. Eppure un’azione adeguata di valorizzazione dei beni culturali del nostro Paese, fondato su partnership pubblico-private, potrebbe generare un giro d’affari di oltre 170 miliardi di euro con ricadute occupazionali fino a 3,5 milioni di posti di lavoro dei più diversi, dai restauratori ai comunicatori, dall’offerta di servizi al turismo culturale, alla digitalizzazione di contenuti e prodotti editoriali ad attività legate alla fruizione.
Per farlo occorrono azioni di sistema per tutelare, sviluppare e promuovere il patrimonio culturale, in modo da agevolare interventi congiunti pubblico-privato per la creazione di un modello sostenibile nel tempo, che tenga in considerazione sia interventi di recupero dei beni architettonici e monumentali che una moderna gestione dell’offerta culturale.
In una moderna industry della cultura la relazione tra Cultura e Impresa non può essere più intesa solo come investimenti in cultura sottoforma di responsabilità sociale d’impresa (Csr) ma concreta strategia di valorizzazione del patrimonio e marketing territoriale.
In questo scenario la comunicazione assume un ruolo chiave per lo sviluppo della industry della cultura. Comunicare la Cultura vuol dire associare il proprio brand ai valori del territorio e trasmettere vicinanza alle persone, partendo dal presupposto che musei, spazi espositivi e percorsi culturali non sono creati solo per i turisti, ma per tutta la collettività.
Di questi temi si parlerà giovedì 12 luglio presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriali di Napoli (Piazza dei Martiri, 58) alle ore 16.00 durante l’incontro Cultura è Economia. A presiedere l’incontro come chairperson Elisa Greco, delegato Ferpi Cultura.
Dopo i saluti di benvenuto del delegato Ferpi Campania, Letizia Nassuato, l’apertura dei lavori sarà affidata a Paolo Graziano, presidente Unione Industriali di Napoli. Interverranno Diego Guida, presidente Comitato Strategico Cultura Unione Industriali di Napoli; Marco Polillo, presidente Confindustria Cultura; Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del Ministero dei Beni Culturali e Antonio Scuderi, amministratore delegato del Gruppo Alinari.
L’incontro si terrà con il contributo del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla Comunicazione e all’Editoria, Paolo Peluffo e con la partecipazione del regista e artista, Moni Ovadia. A Patrizia Rutigliano, presidente Ferpi, le conclusioni dei lavori.
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