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Cybersoviet. Utopie postdemocratiche e nuovi media

28/06/2008

Come le nuove tecnologie per la comunicazione hanno influito sui sistemi democratici?

Come le nuove tecnologie per la comunicazione hanno influito sui sistemi democratici? Questa è la domanda cui cerca di rispondere questo dotto libro, indagando con puntualità e approfondimento la relazione esistente tra media e crisi della democrazia. Il dubbio fondamentale è se la neutralizzazione nella distinzione tra sfera pubblica e sfera privata e la disarticolazione delle tradizionali identità di classe possano sfociare in una catastrofe o trasformarsi in una rivoluzione.


“Ma il sogno di un Web che si autogoverna rischia di sortire un esito imprevisto: a schiacciare i “cybersoviet”, questa volta, non saranno le baionette bolsceviche ma il trionfo di un capitalismo rampante, ben incarnato oggi da Google”, scrive Formenti, suggerendo un parallelo interessante, anche se un po’ estremo, tra organizzazioni a rete decentrate e orizzontali e soviet, nella loro accezione di organismi di democrazia diretta della Russia rivoluzionaria. L’autore stesso ammette che il libro propone una critica, nemmeno troppo velata, di una sinistra “tanto incapace di rinnovarsi, quanto di onorare la propria vocazione storica”.


L’autore ripercorre in maniera sistematica tutte le più importanti teorie sulla democratizzazione e raccoglie la storia dei più noti movimenti nati dal basso, dai Soviet alla Repubblica di Weimar. La conclusione a cui approda chiama in causa il concetto dell’utopia di internet, arrivando appunto al fallimento dello scenario iniziale, secondo il quale le corporation si sarebbero alleate con gli utenti per realizzare finalmente una partecipazione diretta al potere. Formenti, pessimisticamente, sottolinea che la normalizzazione avvenuta ha rotto un patto con gli utenti, creando invece una successiva alleanza con i governi che ha inibito quel profondo cambiamento delle regole ipotizzato e inseguito. Si chiama cyberpop il soviet del terzo millennio e sostanzialmente, secondo l’autore di questo libro, ha decretato l’insuccesso di una visione iniziale. Lo scenario è ancora aperto, ma questo terzo libro sul tema scritto da Carlo Formenti è molto meno ottimista dei precedenti sulla possibilità che i nuovi media possano trasformare le vecchie regole.
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