Perché solo in Italia crolla il consumo dei polli?Vi siete chiesti come mai l'Italia è il solo Paese europeo in cui in questi giorni è crollato il consumo dei polli?Un collega al lavoro sul tema sintetizza 'è colpa dei media' e si capisce subito che invece dell'aviaria è afflitto dalla sindrome del 'dagli al giornalista' che sempre più frequentemente colpisce tanti relatori pubblici (della serie: chi non è con noi è contro di noi).Ma secondo voi è una spiegazione verosimile?Sarebbe interessante se qualche docente incaricasse studenti volenterosi di fare una indagine comparata della copertura media del fenomeno in questi ultimi quindici giorni per verificare se vi sia una correlazione fra taglio dell'informazione e dinamiche del mercato in diversi paesi europei.E se invece la causa risiedesse nel paradosso che la maggior parte di noi... quando si tratta di mettere a repentaglio la nostra salute o addirittura la vita, rifiuta di credere alle rassicurazioni di un ministro della salute incompetente che, trombato alle regionali viene subito mandato a sostituire un altro ministro, competente si, ma indagato per corruzione; oppure a quelle di un ministro dell'agricoltura rinviato a giudizio al Tribunale dei Ministri per avere ricevuto soldi da Tanzi in cambio della rimessa in circolazione del latte Fresco Blu... ma quando si tratta invece di andare a votare, sceglie i corrotti nella serena speranza di poter prima o poi entrare a far parte di quella crescente e visibile fetta di Paese che condivide la torta nell'illegalità diffusa, anziché rimboccarsi le maniche, lavorare, comportarsi civilmente e pagare le tasse.Possibile mai che in cinque anni di raccapriccianti comportamenti comunicativi sia stato prodotto un danno così irreversibile? Tra l'altro, se fosse così, l'implicazione è che ne avremo per altri cinque...(tmf)Replica Roberto La Pira, giornalista e tecnologo alimentare:Caro Toni Muzi Falconi,sono d'accordo con il tuo intervento sull'influenza aviaria e la comunicazione, ma secondo me ci sono anche responsabilità precise dei giornalisti che non conoscono gli argomenti e non li sanno trattare. Succede regolarmente sulle tematiche scientifiche di leggere lanci di agenzia esagerati, interviste a persone incompententi e spesso anche le immagini televisive contribuiscono a creare la psicosi.In questa vicenda brilla l'assenza delle istituzioni, ma non è un caso, la loro volontà di non informare adeguatamente è pari alla loro incapacità di governare. Ieri l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) ha lanciato un appello affinchè si abbassino i toni dell'informazione sull'influenza aviaria e si restituiscano al fenomeno le giuste proporzioni.Speriamo che venga preso in considerazione.Roberto La PiraMilano, 22 febbraio 2006Dall'Italia al mondo, due brevi corsivi di Toni Muzi Falconi, da leggere. Sul tema aviaria interviene anche un esperto in materia: Roberto La Pira.