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Dopo la Conferenza programmatica...due contributi alla discussione di Massimo Alesii e Giampaolo Pi

19/04/2005
Massimo AlesiiGentili colleghe, cari colleghipurtroppo mi è stato impossibile, per motivi familiari, assistere ai lavori domenicali della conferenza programmatica promossa dal ns. Vice Presidente. Confido e spero che il documento finale ci sia di aiuto per il futuro.Vorrei chiarire, come unico (visto lo stato del mio personale coinvolgimento durante questo periodo) ed ultimo atto come consigliere nazionale il mio personale, scarno e affrettato contributo ai lavori della giornata. Ribadisco che bene ha fatto Fabio il 25 gennaio scorso a lanciare l'ipotesi di un confronto interno sull'organizzazione e sulle politiche associative per il prossimo futuro. Il tavolo operatorio ha messo in luce molti aspetti dei quali, finora, avevamo sentito solo parlare in dibattiti ristretti e senza una visione organica, e, come era ampiamente prevedibile, si è debordato, in più parti della discussione, sul futuro gruppo dirigente, aprendo una nuova "campagna acquisti" secondo una prassi, a mio modo di vedere, impropria.Ma comunque intendo fornire qualche modesta considerazione alla discussione comune.   Innanzitutto un dato di chiarezza: NOI SIAMO UN'ASSOCIAZIONE, NON UN CLUB e alle regole di un'Associazione DOBBIAMO e VOGLIAMO sottostare. Tuttavia, e posso dirlo dopo anni di militanza attiva in FERPI, sembra ANCORA UN'UTOPIA. Siamo un'Associazione, peraltro molto ben fatta, sulla carta, ma nei comportamenti organizzativi e relazionali, e nelle modalità con le quali abbiamo stabilito la scala delle priorità collettive DIAMO CHIARA LA SENSAZIONE DI ESSERE UN CLUB. Il futuro gruppo dirigente dovrà costruire un futuro ASSOCIATIVO; al centro dell'essere ASSOCIAZIONE stanno la partecipazione attiva dei SOCI, la condivisione di una dimensione ETICA, la partecipazione ISTITUZIONALE alla realtà ITALIANA nella quale operiamo, e soprattutto, nel nostro caso, la capacità di RELAZIONI INTERNAZIONALI finalizzate al trasferimento di conoscenza.Dunque, cari amici e care amiche, restringere il campo considerando prioritari nella visione futura LA VISIBILITA', IL MARKETING ASSOCIATIVO, I SERVIZI AI SOCI, I PRODOTTI E I PROGETTI CHIAVE (Oscar, Consulta Education, sito), sposta l'attenzione sugli strumenti e non sui principi che ci LEGANO, mette sotto i riflettori attività sul campo che ci rendono sempre più visibili, ma, per così dire "non certamente condi-visibili". Con Tony, e da Toni a Sissi, abbiamo portato avanti una FERPI "RELAZIONALE" su scala nazionale ed internazionale, e  "LA RELAZIONE" ha sostituito "LA COMUNICAZIONE" nella nostra semantica interna come nel nostro agire apparente; ci siamo "adattati" alle circostanze, creando strumenti, iniziative e organigrammi funzionali adatti allo scopo: ESSERCI, INNALZARE LA NOSTRA VISIBILITA' e LA NOSTRA PARTECIPAZIONE.E' un grande passo che TONI ci ha consentito di fare. Non gliene saremo mai grati abbastanza. Per farlo aveva bisogno di essere IL regista, e l'organizzazione che ne è derivata, con il consenso di tutti, è stata cucita sulle SUE capacità e sul TEMPO che ha gentilmente messo a disposizione di tutti noi. La FERPI di Sissi è stata la messa in pratica del modello, resa attraverso una logica di eventi, progetti speciali, cariche con delega assegnata secondo finalità OPERATIVE che hanno dato risultati apprezzabili in termini di CONDIVISIONE al progetto da parte dei altri componenti il CN (L'OSCAR migliorato, ma grazie a Gherarda, I RAPPORTI INTERNAZIONALI e il WPR Festival, grazie a Toni, un SITO pregiato, grazie a Enrico etc. etc.)... Ma OGGI ? Siamo ancora nella dimensione dell'ESSERCI oppure è il caso che affrontiamo il tema del PARTECIPARE ? Quanto "siamo" sui giornali e quanto "contiamo" veramente nella società italiana ?   Fabio ha citato esempi con riferimenti ad altre associazioni ed organizzazioni (TP, UNIVERSITA' etc.) che, nonostante esprimano un livello qualitativo non eccellente, si muovono più agilmente di noi sul territorio e iniziano a  "partecipare" alle scelte istituzionali nel settore della "comunicazione" italiana. Lo stesso ha fatto l'Ordine dei Giornalisti, idem COMUNICAZIONE PUBBLICA.... E allora noi dove siamo "veramente", con chi ci "relazionamo" seriamente, quale protocollo "etico" promuoviamo in giro per l'Italia e per il mondo, di quali competenze ci facciamo "numi tutelari" ?Tutta questa materia NON E' e NON DEVE ESSERE, in un'associazione, compito di un Consiglio Nazionale, NON PUO' e NON DEVE essere ristretta ad un dibattito cui partecipi a mala pena il 10% dell'intero corpo associativo, ma DEVE trovare nella sua SEDE NATURALE, L'ASSEMBLEA dei soci, il luogo della DISCUSSIONE e della SINTESI ETICO-PROGRAMMATICA futura. Il rischio che corre FERPI a tenerla a Trieste è quello di una scarsa partecipazione e quindi di una scarsa condivisione su scala nazionale dei suoi risultati. Meglio sarebbe ripristinare sane ASSEMBLEE REGIONALI o INTERREGIONALI per un ascolto GESTITO del ns. corpo associativo in vista dell'Asseblea Nazionale.Ha fatto bene infine Fabio a farci notare che oltre il 50% dei ns. soci appartiene alla categoria dei liberi professionisti/piccole agenzie di PR. Non è un caso. E' la dimostrazione, come se ce ne fosse bisogno, che la dimensione "consulenziale" è assolutamente prevalente in FERPI e ci indica che in Italia, l'arena nella quale giochiamo è il confronto sulla figura professionale, sulle sue competenze, sulla sua etica, insomma sulla costruzione e tutela dell'identità del professionista che vive la dimensione nazionale ed internazionale della professione.Insomma FERPI NON E' ASSOREL, mi spiace per chi pensa il contrario... e non è il caso che lo diventi. Il VALORE del professionista sul territorio, la sua capacità di PARTECIPARE attivamente alla COSTRUZIONE di progetti e processi di comunicazione piuttosto che di AGIRE secondo un'etica riscontrabile a livello sociale, deve essere il fulcro intorno al quale far ruotare il SENSO della FEDERAZIONE in futuro. Per questo ha senso, e sottoscrivo pienamente, la ri-considerazione di una rete territoriale  (leggasi regionale) di FERPI in Italia. Perchè sia possibile CONDIVIDERE un percorso con il singolo socio, in una visione di PROSSIMITA' alla vita sociale ed istituzionale del Paese, nel quale ormai la comunicazione, nelle sue varie espressione, è elemento indiscutibile della vita collettiva ai vari gradi e livelli, dal volontariato alle istituzioni, alle imprese....Concludo con una valutazione sulle ECONOMIE FERPI. Sono e saranno sempre insufficienti allo scopo, come dimostrati da anni di bilanci. Delle due l'una, o adeguiamo le uscite alle entrate e di conseguenza i programmi e l'organizzazione alle sostanze disponibili, lasciano a FERPI Srl di svolgere una dimensione "imprenditiva" adeguata a sostenere "progetti speciali" oppure siamo destinati a vita grama e turbolenta. Sarebbe carino, almeno per questo mandato, dare un segnale di lascito di BILANCIO IN ATTIVO al nuovo gruppo dirigente che verrà, unitamente ad un piccolo libricino di raccomandazioni su come fare piccoli passi per garantirsi il FUTURO.   Buon lavoro a tutti.Massimo Alesii  


Cari colleghi,intanto grazie per come avete organizzato il tutto.  Allego un breve testo con alcune considerazioni. Giampaolo PintonLA SFIDA PER UN NUOVO PROGETTOA Roma  ho ritrovato da un lato una Ferpi ancora con tanta voglia di fare e quindi con un futuro ancora tutto da scoprire, dall'altra sono riemersi vecchi fantasmi che non hanno mai lasciato gli armadi della  nostra associazione.
  Ciò che mi preme sottolineare, credo sia l'importanza della presa di coscienza che ognuno di noi dovrebbe fare nell'assumersi responsabilità future, nell'ambito del C.N.
Oggi più che mai l'attività associativa diventa sempre più strategica per la qualifica e lo sviluppo della nostra professione.
 Da una parte, fondamentali sono le aree di responsabilità soft, quali la formazione e la ricerca intesa come un progetto per un nuovo Centro  Studi sulla comunicazione, degli eventi per comunicare al grande pubblico  la Ferpi e  dall'altra mettere in moto un meccanismo organizzativo innovativo per le aree di responsabilità hard, altrettanto importanti per le nostre figure ( sia manager che imprenditori).
Strategico dunque il programma del candidato presidente e della squadra di colleghi ( e non di collaboratori) che si dovrà misurare con le sfide future legate ai nuovi profili della nostra attività. Un programma che prende impegni e li rispetta.Un percorso che tracci una politica associativa coinvolgente,quella che può  convincere nuovi e vecchi associati.Auspico  una visione innovativa del nuovo gruppo dirigente, che possa prevedere passione e partecipazione che ripudi i pregiudizi sull'età, sulle persone, sui contributi forti anche se  poco indulgenti e che abbatta gli scudi della ipocrisia autoreferenziale degli arrivisti o degli iperconservatori. Credo che il ruolo determinante  della nostra Associazione  sia quello di avviare un processo di riorganizzazione per strutturarsi e poter somministrare una serie di servizi e di attività  legate alla cultura della professione,  come del resto fanno altre Associazioni  recentemente nate quali l'Assobrokers e l'Associazione  dei promotori finanziari.
 Un  Consiglio Nazionale eletto anche per varare una riforma organizzativa dei ruoli e delle funzioni dell'associazione, proprio alla luce delle mutate aspettative dei vecchi e  dei nuovi associati.
 Una riforma che possa indicare la nuova identità della Ferpi, sia sul piano politico che sul piano del riconoscimento sociale  da parte dei mass-media,mirando a conquistare il ruolo di associazione di riferimento per rappresentare  una specie di " laboratorio nazionale  della comunicazione professionale".
Al di là delle prime donne, al di là dei presenzialismi, al di là delle autolegittimazioni, figure e comportamenti insiti in ogni associazione , credo che l'obiettivo prioritario del nuovo gruppo dirigente sia quello di  consolidare visibilità e spazi massmediatici.  Grazie al lavoro di squadra ed  alla presenza di  alcune autorevoli figure  professional, mi auguro  possa emergere a livello nazionale,  qualche testimonial Ferpi  attendibile nel mondo della comunicazione e dell'economia relazionale.
 Come metodo di lavoro per poter delineare le linee guida del prossimo C.N., credo si possa applicare immedesimandosi nel ruolo che quotidianamente interpretiamo per i nostri clienti: quello di una società di consulenza che è stata chiamata per attuare un' analisi e la successiva realizzazione di un piano di mkt e di comm per raggiungere gli obiettivi dell' azienda FERPI.Sul ruolo e sul profilo del presidente, credo valga la pena spendere due riflessioni.Non possiamo sbagliare: forse siamo alla fase cruciale del ruolo futuro dell'associazione. Un presidente, espressione di una squadra, al quale chiediamo tre doti tipiche del leader: visione, equilibrio, spirito associativo. Primus inter pares, deve saper ascoltare e usare la propria personalità non per rappresentare sé stesso bensì  tutti gli associati. Un leader sa usare le parole giuste al momento giusto. Non occorre cercare "belle" parole per esprimere un'idea. Non servono frasi ricercate quasi incomprensibili. Non occorre costruire lunghi e articolati discorsi, ricchi di particolari e di forma di celata vanità. Bisogna fare attenzione a non buttare alle ortiche un pensiero significativo, utilizzando parole distorte o inadeguate o auto celebrative.Usare "parole giuste" significa affermare che i leader non parlano mai a caso, non sprecano le occasioni che la vita offre loro per comunicare, sopratutto quando non sono molto conosciuti, ma fortemente rappresentativi di una categoria professionale.  Un leader pensa, riflette e poi si esprime con le parole e i concetti che meglio si adattano alle situazioni alle persone ed ai loro stati d'animo. Sappiamo tutti che il primo passo per una comunicazione efficace è capire quello che gli altri ci stanno dicendo, comprendere non solo il significato delle parole, ma sapere quelli che sono i loro pensieri, le loro sensazioni.Chiarezza,semplicità, incisività, sono solo alcune delle caratteristiche del leader per una locuzione efficace, che mette l'interlocutore al centro del proprio discorso e non sé stesso. Assumersi la responsabilità di rappresentare le idee e le aspettative di una comunità non è un enunciato teorico, non è solo una bandiera da sventolare quando  si è davanti alle" truppe" . Un manager di successo può andare bene, ma la sua azienda deve sapere che il ruolo rappresentativo che andrebbe ad assumere implica una  quantità di tempo che deve essere condivisa a monte. Un professional- imprenditore rappresenterebbe altrettanto bene la figura del presidente. I consiglieri, a loro volta diventano responsabili di aree di competenza, nell'ambito del programma, così da poter operare, attraverso le deleghe, sollevando quindi da molte responsabilità, il collega presidente al quale dovrebbero essere lasciati i rapporti istituzionali e la rappresentatività pubblica.Fondamentale, come detto da molti colleghi, sarà insediare un responsabile  retribuito (  un professionista molto valido) al quale viene dato l'incarico di sviluppare le  relazioni con i mass-media,  sulla base di obiettivi precisi. Altro tema a mio parere fondamentale per andare incontro alla" customer care"  degli gli associati, sono i servizi: vantaggi concreti attraverso convenzioni, accordi, fidelity card ( usando la nostra, ma numerandola e magari mettendo la foto), che facciano risparmiare soldi ( alberghi, ristoranti, centri congressi, compagnie aeree, treni, viaggi turismo,compagnie petrolifere, accessi ai saloni fieristici, tariffe convenzionate per fa accedere i propri clienti alle fiere come espositori, assicurazioni, istituti di credito, etc.) a tutti i colleghi e che valorizzino l'appartenenza ad una associazione, anche per i  benefits che ne derivano.L'altro aspetto da approfondire, al fine di ricavare ipotetiche fonti di finanziamento è quello di percorrere la via di ricercare degli sponsor interessati a diventare supporter  istituzionali ( grazie anche alle convenzioni) di un "programma di iniziative Ferpi" nell'ambito delle quali potrebbero apparire i loro marchi, ovviamente non in concorrenza.Credo che i temi guida conclusivi, riassunti dal nostro ottimo vicepresidente Fabio Bistoncini siano la traccia sulla quale approfondire un programma che veda  in primo piano una linea di riforme operative/strutturali/gestionali e se necessario anche statutarie che possa  finalmente consacrare la Ferpi come associazione di riferimento per il mondo dell'economia relazionale del nostro Paese.Giampaolo Pinton
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