Engagement stakeholder: i social sempre più determinanti
22/01/2015
I social network sono sempre più strategici nelle Relazioni pubbliche. E determinanti per l’engagement degli stakeholder e il governo delle relazioni. Un dato che emerge con forza dall’ultimo report del Pew Research Internet Project. Il commento di Valentina Citati.
I social network sono sempre più strategici nelle relazioni pubbliche. E determinanti per l’engagement degli stakeholder e il governo delle relazioni. Un dato che emerge con forza dall’ultimo report del
Pew Research Internet Project. I risultati dell’indagine, condotta attraverso interviste telefoniche nel settembre 2014, offrono interessanti spunti di riflessione e identificano alcuni trend in atto negli Stati Uniti e probabilmente in Europa visto il loro ruolo di precursore di fenomeni sociali ed in particolare nella comunicazione digitale e online.
Tra i “social” è Facebook a primeggiare nel grado di coinvolgimento e di impegno dei propri utenti: il 70% è attivo giornalmente (in significativo aumento rispetto al 63% dell’anno precedente). Sulle altre piattaforme i dati di engagement rimangono costanti (per Instagram e Pinterest) o in calo ( -10% per Twitter). E’ proprio qui che si gioca, infatti, la partita tra i diversi social e Facebook sembra rivestire ancora il ruolo del leone riuscendo a coinvolgere i propri utenti come nessun altro. D’altro canto
Twitter conferma la sua debolezza nel mantenere e attivare i propri utenti, dato questo connesso molto probabilmente con la struttura stessa della piattaforma, la volatilità ed estrema deperibilità dei suoi contenuti. Un problema, questo dell’engagement, che la compagnia sta cercando di risolvere in diversi modi (si pensi alla nuova funzione
‘mentre eri via’).
Ma torniamo al report. Questi i principali ‘key findings’:
- crescita dell’uso multi-piattaforma: più della metà (52%) dei naviganti utilizza due o più siti di social media (+9% dal 2013)
- aumenta il pubblico ‘senior’ su Facebook (più della metà degli over 65 online usa Fb)
- il 53% dei giovani online, invece, è su Instagram che vede anche aumentare la percentuale di engagement (la metà degli utenti lo usa infatti giornalmente)
- la percentuale di utenti online laureati su LinkedIn raggiunge per la prima volta il 50%
- su Pinterest domina il pubblico femminile: 42% rispetto al 13% della presenza maschile.
Quindi
Facebook vede la sua crescita rallentare visto il grado di saturazione raggiunto in numerosi paesi (solo negli stati Brics ha ancora margine di crescita), si conferma
il social media ‘generalista’ per eccellenza,
la ‘casa madre’ frequentata da tutti (il 79% di chi è presente su un solo social lo usa) e il suo utilizzo si sovrappone sempre più di frequente con quello di altre
piattaforme più specializzate: LinkedIn per il B2B e le relazioni professionali, Pinterest e Instagram per l’e-commerce, Twitter per l’editoria e le pr con gli stakeholder e influencers di settore.
Questi dati impattano necessariamente sulle modalità di comunicazione di una organizzazione che ad oggi non può permettersi di ignorare le piattaforme sociali ma, allo stesso tempo, deve investire in un loro uso strategico. Infatti sembra oramai acquisita la consapevolezza che investire nella presenza sui social non significa solo vendere un prodotto o un servizio ma soprattutto
costruire una relazione con gli utenti continua e duratura basata su
autorevolezza e reputazione. Si conferma, pertanto, la necessità e l’importanza di una
comunicazione integrata che sappia sfruttare le caratteristiche peculiari e i diversi pubblici di questi siti sociali nonché le loro evoluzioni. Lo sviluppo crescente suddetto delle
piattaforme verticali, caratterizzate da contenuti e target altamente specializzati, consentirà investimenti mirati e profilati. Un’opportunità da non perdere per tutto il mondo organizzativo.
Voi che ne pensate?
Il report completo sul sito del
Pew Research.