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Eni, Snam, Hera, Terna, Generali, Pirelli e Poste migliori nella trasparenza digitale

04/12/2019

Redazione

Sono Eni, Snam, Hera, Terna, Generali, Pirelli e Poste migliori nella trasparenza digitale. Acea best improver. Sono i principali risultati di Webranking Italy 2019, la ricerca condotta da Lundquist in collaborazione con la società svedese Comprend che analizza la trasparenza digitale delle aziende.

Continuano a crescere le società che superano lo stress test della trasparenza: tra le 122 aziende incluse, una società su tre supera la metà del punteggio massimo (50 punti), la soglia minima per soddisfare le richieste degli interlocutori, mentre tre anni fa era solo una su quattro.

Sette aziende italiane hanno ottenuto i migliori risultati (oltre 80 punti su 100): Eni, Snam, Hera, Terna, Generali, Pirelli e Poste Italiane. Vicine al traguardo anche Cattolica Assicurazioni e Italgas.

Best improver di quest’anno è Acea, che con un incremento di 43,5 punti segna il record annuale sia a livello italiano sia europeo. È seguita da Autogrill, Maire Tecnimont, Coima Res e Saras.

Società italiane dominano la classifica di trasparenza europea. Lo stress test della trasparenza della comunicazione finanziaria digitale registra ben 5 aziende italiane tra prime 10 nella classifica delle 500 aziende di maggior capitalizzazione in Europa. Eni e Snam si confermano nelle prime due posizioni seguite dalla finlandese Wärtsilä. Terna sale al quarto posto e Generali si assicura il quinto. Poste Italiane avanza al nono posto. Nelle prime 25 posizioni troviamo anche Leonardo, Prysmian e Mediobanca.

Si alza l’asticella: oggi non conta non solo la trasparenza ma riuscire trasmettere in modo convincente la strategia e impegni. Su questi elementi si gioca la partita della competitività e della credibilità nei confronti dei propri interlocutori, che è il cuore della nuova ricerca Lundquist .trust. Solo chi ha dimostrato di aver superato lo stress test di 50 punti è rientrato all’interno della nuova ricerca.

Informazioni sulla ricerca

  • Ricerca condotta da Lundquist in collaborazione con la società svedese Comprend
  • 18esima edizione della ricerca a livello italiano e 23esima a livello europeo
  • 100 punti totali del protocollo, che copre tutti gli aspetti della comunicazione corporate
  • Il campione italiano quest’anno comprende 112 società, in linea con lo scorso anno. A livello europeo sono state considerate le maggiori 500 società per capitalizzazione.
  • La ricerca in breve. Webranking è la principale indagine in Europa che valuta la trasparenza sui canali digitali delle principali società quotate, basandosi sulle richieste fondamentali degli stakeholder. La ricerca aiuta quindi le aziende a migliorare la propria comunicazione corporate, misurando il gap fra le informazioni presentate e le aspettative degli interlocutori esterni.


“Le aziende Italiane hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni per dimostrare ai mercati il proprio valore. Ora l'asticella si alza, non è più sufficiente essere trasparenti ma anche essere in grado di differenziarsi e guadagnare la fiducia dei propri interlocutori”, afferma Joakim Lundquist, CEO Lundquist.

Per maggiori informazioni, scarica il whitepaper con i risultati completi della ricerca.

Risultati in dettaglio


1. Non più classifica, ma classi di trasparenza
Sono sette le aziende italiane che raggiungono performance altissime ( superiori a 80 punti su 100), aggiudicandosi 5 stelle. Tra queste troviamo Eni, Snam, Gruppo Hera, Terna, Generali e Pirelli che già da tempo si posizionano stabilmente nel gruppo di testa, in cui invece la novità è rappresentata da Poste Italiane. A poca distanza anche Cattolica Assicurazioni, Italgas, Leonardo ed Erg.

Le società che quest’anno ottengono tre o più stelle (superiori a 50 punti) accedono direttamente all’edizione 2020 di Lundquist.trust, che misura la credibilità e l’efficacia della comunicazione aziendale e come questa riesce a generare fiducia.

2. Italiane in miglioramento nonostante un protocollo più severo
Quest’anno il protocollo di valutazione è più esigente è questo ha portato a un’inflessione nel punteggio medio generale. Le società italiane hanno risposto comunque bene, perdendo di media solo 0,7 a fronte di 2,1 punti persi dalle aziende incluse nella lista Europe500. Inoltre, quasi la metà delle aziende italiane hanno migliorato la propria performance rispetto all’edizione 2018-2019.

3. Best improver in Italia
Guardando ai best improver, le aziende che hanno migliorato in maniera più significativa il loro punteggio, troviamo 11 aziende che guadagnano più di 10 punti. Acea si distingue nettamente con ben 43,5 punti in più e 62 posizioni guadagnate rispetto allo scorso anno, registrando il maggiore aumento non solo italiano ma globale. Ottime performance anche da parte di Autogrill e Maire Tecnimont, che guadagnano quasi 20 punti.

4. Le sfide italiane: comunicare concretamente la strategia e guardare al futuro
I risultati italiani sono ormai allineati a quelli europei in quasi tutte le aree della ricerca. Tuttavia scendendo in dettaglio si nota che le performance migliori sono legate alla rendicontazione (presentazione azienda, comunicati, bilanci) mentre sono inferiori quando si parla di presentazione della strategia e dell’equity story, degli impegni di sostenibilità e della capacità di attrarre talenti.

Su questi elementi si gioca la partita della competitività e della credibilità nei confronti dei propri interlocutori, che è il cuore della nuova ricerca Lundquist .trust (maggiori informazioni sul sito Lundquist). Solo chi ha dimostrato di aver superato lo stress test di 50 punti è rientrato all’interno della nuova ricerca.

La sfida è di andare oltre la sola trasparenza. I top manager devono assicurare che la visione e la strategia di business siano comunicati in modo efficace. Quasi la metà del campione italiano presenta missione e strategia sul proprio sito ma solo una su quattro li supporta con obiettivi e azioni. La concretezza è invece fondamentale per essere credibili nei confronti dei propri stakeholder.

Guardando agli aspetti non finanziari, la recente direttiva europea ha certamente portato una maggiore attenzione al tema. Rispetto allo scorso anno si nota un’attenzione non solo a livello di rendicontazione ma anche di strategia. Cresce il numero di aziende che presenta come la strategia di sostenibilità si inserisce in quella di business e che presenta obiettivo concreti.

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