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FERPI a Fotografia Europea 2025

13/05/2025

Redazione

Una mattinata intensa e ricca di spunti quella che ha visto l’8 maggio scorso  FERPI, tornare tra i protagonisti culturali di Fotografia Europea, il festival internazionale dedicato all’immagine contemporanea, con il seminario “Avere vent’anni. Comunicazione Responsabile e nuove generazioni. Tra parole e algoritmi: comunicare con etica nell’era digitale”, organizzato dalla Delegazione FERPI Emilia-Romagna.

 

L’evento, sold out da giorni, ed ospitato nei suggestivi Chiostri di San Pietro, ha posto al centro del dibattito il rapporto tra le nuove generazioni e la comunicazione, tra verità e rappresentazione, tra narrazione e realtà, tra parole e dati. Una riflessione trasversale su come costruire – o ricostruire – una relazione di fiducia con chi oggi ha vent’anni, immerso in un ecosistema ipermediato e disintermediato allo stesso tempo, nel quale la comunicazione è ovunque ma la comunicazione responsabile resta una sfida ancora aperta.

 

Ad aprire i lavori, i saluti di Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani, seguiti dall’intervento di Filippo Nani - Presidente FERPI, che ha sottolineato la profondità del legame tra la Federazione e il festival. «La fotografia – ha sottolineato Nani - è uno dei linguaggi fondanti della comunicazione, ma Fotografia Europea, da diversi anni, è molto più di questo: è un festival che ci restituisce uno spaccato sociale e antropologico del nostro presente. FERPI condivide con questa visione il bisogno di interrogarsi sul ruolo e sulla responsabilità di chi comunica. Per questo siamo felici di esserci, ancora una volta, e di contribuire a tracciare una rotta».

 

Un percorso tra parole, fallimenti, identità e dati

Il seminario è stato arricchito dalla presenza di relatrici e relatori di grande prestigio, provenienti dal mondo del giornalismo, dell’impresa, della ricerca, della comunicazione strategica e dell’analisi sociale. Ognuno di loro ha offerto uno sguardo originale e competente sul tema, contribuendo a sviscerare la complessità della comunicazione responsabile nell’era digitale: dalle trasformazioni del linguaggio e del racconto mediatico all’impatto delle tecnologie sulla nostra capacità di attenzione e di relazione, dal valore dell’autenticità e dell’errore nella costruzione dell’identità, fino al ruolo centrale delle nuove generazioni nel ridefinire le regole dell’ecosistema comunicativo.

 

La mattinata si è articolata in due panel tematici, ciascuno composto da interventi individuali seguiti da una tavola rotonda di confronto tra i relatori. Il primo panel, introdotto da Biagio Oppi - Consigliere Nazionale FERPI con delega alle Relazioni Internazionali e promotore del progetto “A Dire il Vero” di Pfizer, ha visto succedersi sul palco Silvestro Ramunno - Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Silvia Brena - giornalista, scrittrice e CEO di Network Comunicazione, Federico Montanari - docente di sociologia e semiotica all’Università di Modena e Reggio Emilia, Francesca Corrado - economista, autrice e fondatrice della Scuola di Fallimento e Lisa Iotti  - giornalista e inviata del programma Presadiretta di Rai Tre.

 

Silvestro Ramunno ha aperto la serie di interventi illustrando il nuovo codice deontologico dei giornalisti, sottolineando come la libertà di stampa debba sempre accompagnarsi alla responsabilità: un principio che, per la professione giornalistica, si traduce nella deontologia. Un richiamo forte, soprattutto per i più giovani, spesso lontani dal mondo dell’informazione tradizionale, ai quali Ramunno ha rivolto un invito a riconoscere il valore di chi informa in modo professionale, con rigore e trasparenza.

 

È seguita la riflessione di Silvia Brena, che ha portato l’attenzione sul ruolo del linguaggio, delle parole e della loro capacità di costruire senso, identità e relazione. In un mondo segnato da contrasti e tensioni, ha spiegato, servono parole capaci di ascolto e dialogo, capaci di veicolare autenticità e coerenza. I giovani, ha osservato, sanno riconoscere ciò che è costruito o finto, e chiedono trasparenza nei messaggi come nei comportamenti.

 

Federico Montanari ha proposto una lettura critica del modo in cui i media raccontano i giovani, concentrandosi in particolare sul fenomeno della musica trap e rap. Ha evidenziato come, anche quando questi stili entrano nel mainstream – basti pensare alla loro presenza sempre più marcata a Sanremo – le narrazioni che li accompagnano restino spesso polarizzate, cariche di pregiudizi o stereotipi. È necessario, ha sottolineato, superare le semplificazioni e adottare uno sguardo più analitico e meno giudicante, capace di riconoscere la complessità delle espressioni culturali giovanili.

 

A portare il dibattito sul terreno dell’educazione al fallimento è stata Francesca Corrado, che ha decostruito l’ossessione per il successo proponendo una narrazione alternativa, più umana e reale. Il fallimento – ha evidenziato – è parte del percorso di crescita e apprendimento, e normalizzarlo è un passo necessario per restituire ai ragazzi la libertà di sbagliare, di riprovare, di imparare. Una comunicazione responsabile, ha aggiunto, deve includere anche i racconti imperfetti.

 

Ha chiuso la sequenza degli interventi del primo panel Lisa Iotti, con un’analisi acuta e documentata sull’impatto della tecnologia digitale sulla nostra capacità di attenzione. Nell’epoca del “clic”, ha osservato, restiamo iperstimolati ma incapaci di soffermarci davvero. L’attenzione, da intendersi non solo come sforzo ma come apertura e disponibilità, è diventata un bene raro, soprattutto tra i più giovani. I dati più recenti mostrano effetti allarmanti sullo sviluppo cognitivo, rendendo ancora più urgente una riflessione sul nostro modo di abitare il tempo, le piattaforme e le narrazioni.

 

La seconda parte della mattinata ha riaperto il confronto spostando il focus su dati, marketing, tecnologia e futuro, con gli interventi di Vilma Scarpino - CEO di BVA Doxa, Alessandro Marani - co-founder di Oryoki e brand strategist, Nicola Giacché - fondatore dell’associazione Digital Freaks e digital strategist, e Francesco Canuti – Vice-presidente Gruppo Giovani Imprenditori Unindustria Reggio Emilia.

 

Vilma Scarpino ha presentato i risultati di una ricerca recente e articolata, condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 14 e i 74 anni, con un focus specifico sui giovani. Il suo contributo ha offerto uno sguardo empirico e approfondito sulle opinioni e i comportamenti delle nuove generazioni in relazione alla sostenibilità, all’intelligenza artificiale e al ruolo della comunicazione (i principali risultati della ricerca sono riportati nella parte conclusiva del comunicato).

 

Alessandro Marani ha offerto uno spunto potente sul ruolo del marketing contemporaneo, che non può più limitarsi a vendere, ma deve contribuire a generare valore culturale e sociale. La Generazione Z, ha osservato, pretende autenticità, inclusione e impatto reale: rifiuta narrazioni vuote e vuole sapere come vengono usati i propri dati. In questo scenario, i dati non sono semplici numeri, ma segnali, desideri, storie da interpretare. Per costruire connessioni durature, il marketing deve fondere intelligenza analitica, creatività e sensibilità, diventando un agente di trasformazione, non solo uno strumento di persuasione.

 

Nicola Giacché ha proseguito con un intervento dal tono provocatorio e lucido, ruotando attorno a una domanda solo apparentemente semplice: “Ma i giovani d’oggi, quanti anni hanno?” A partire da questa riflessione, ha decostruito l’etichetta di “nativi digitali”, mostrando come il rapporto tra la Gen Z e la tecnologia sia tutt’altro che lineare. Dietro l’uso disinvolto degli strumenti digitali, si nascondono domande aperte, una ricerca di senso, spazi di espressione e smarrimento. Giacché ha invitato a un cambio di prospettiva: è tempo di smettere di parlare dei giovani e cominciare a parlare con loro, costruendo forme di comunicazione autentiche e condivise.

 

A chiudere il secondo panel è stato Francesco Canuti, che ha posto l’accento sul valore delle relazioni come elemento strategico, non solo per la vita privata, ma per la sostenibilità delle organizzazioni. In un mondo iperconnesso e dominato dalla velocità, ha spiegato, le relazioni autentiche – basate su fiducia, ascolto e reciprocità – diventano una risorsa vitale per la crescita personale e professionale. Le relazioni sostenibili, ha sottolineato, sono il vero capitale del presente e del futuro.

 

Giovani, Sostenibilità e tecnologia: cosa ci raccontano i dati di BVA Doxa

I dati parlano chiaro: tra i giovani tra i 14 e i 34 anni emerge una consapevolezza matura, che supera la media generale. La conoscenza dei temi ESG è pressoché universale: il 90% degli italiani tra i 18 e i 74 anni dichiara di averne sentito parlare, ma il dato sale al 92% tra i 18-34enni e addirittura al 95% tra i giovanissimi tra i 14 e i 17 anni. Un segnale che testimonia come le tematiche ambientali, sociali e di governance abbiano ormai fatto breccia nel linguaggio quotidiano delle nuove generazioni.

 

(descrizione)

 

Ringraziamenti

FERPI desidera ringraziare tutti i relatori e i partner che hanno reso possibile questo momento di confronto ricco e plurale: Palazzo Magnani e Fotografia Europea, la Fondazione Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Unindustria Reggio Emilia, Oryoki, Coop Alleanza 3.0 e la Gazzetta di Reggio. Proseguire il dialogo con le nuove generazioni, ascoltarne bisogni e visioni, e continuare a promuovere una cultura della comunicazione autentica, etica e responsabile, resta per FERPI una priorità assoluta. Perché comunicare non è solo raccontare, bensì contribuire a costruire una società più consapevole e inclusiva. Un grazie particolare va alla Delegazione FERPI Emilia-Romagna, in particolare alle socie Barbara Benfenati, Melita Montani, Veronica Boldrin, Ilaria Morandi e Giulia Bergami per l’impegno e la dedizione nella realizzazione dell’evento.

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