Giulia Pigliucci
I giovani sono coloro che hanno mostrato livelli più bassi di benessere, dice il World Happiness Report. Ma l'effetto di non essere occupati è meno grave rispetto alle persone più anziane. Il contributo di Giulia Pigliucci per il blog nato dalla partnership tra FERPI e Futura Network di ASviS.
Cosa ha realmente comportato la pandemia sul piano sociale, sulla vita di milioni di persone di ogni parte del mondo e quanto questa ha inciso sul reale raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 lo comprenderemo probabilmente quando la pandemia sarà alle spalle. Tuttavia alcuni segnali della sua ricaduta sulle nostre vite, sulle comunità e sui Paesi sono già evidenti: la forbice delle diseguaglianze si è allargata, il diritto alla salute è per molti, ma non per tutti.
Soprattutto ciò che è stato evidente sono gli effetti impressionanti che il Covid-19 ha avuto sul benessere delle persone, che trova la sua difesa quando vi è una forte coesione sociale, fiducia e consenso tra la popolazione e i governi che va ben oltre alla capacità di intervenire tempestivamente e in modo decisivo nella risposta all’emergenza. Questa capacità che ha permesso ad alcuni Paesi, soprattutto dell’Asia orientale, di avere dei comportati risultati migliori di altri.
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