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I pericoli dei farmaci pubblicizzati
17/01/2007
Gli spot sui medicinali hanno un pericoloso effetto collaterale: bypassare il medico. Lo sostiene un rapporto di Consumer Reports che sottolinea il ruolo fondamentale dell'informazione medica nel consumo dei prodotti della salute.
In Italia esiste la divisione tra farmaci da banco, farmaci senza obbligo di prescrizione medica e farmaci dispensabili solo con ricetta medica: queste ultime due categoria non possono essere pubblicizzate se non su riviste del settore. Ma in America l'advertising sulle medicine è molto più selvaggio, con qualche rischio sottovalutato. Il sondaggio in questione riguarda 39.090 pazienti e la verità che emerge, denunciata da un folto gruppo di medici, è il potere di suggestione degli spot sui farmaci su un pubblico disinformato.
Per la precisione il 40 per cento dei professionisti della salute interpellati sostiene che la cosiddetta pubblicità direct-to-consumer sia un disservizio al pubblico. Ancora il 78 per cento dei dottori denuncia un atteggiamento negativo da parte dei pazienti che si limitano a chiedere i medicinali pubblicizzati alla televisione trascurando di domandare delucidazioni sugli effetti collaterali e sull'eventuale opportunità d'uso rispetto al proprio quadro clinico.
Sono circa un terzo i pazienti che denunciano una scarsa stima nei confronti dei medici curanti, a fronte di una maggioranza di pazienti che li tiene in grande considerazione. Ma in tutti i casi torna a essere attuale un tema delicato: è giusta un'informazione più capillare e accessibile sui farmaci o rischia di offrire prodotti particolari senza l'adeguata informazione sul loro utilizzo?
La ricerca riporta in auge un'altra questione, attuale anche in Europa, che riguarda l'ammissibilità della vendita di medicine su Internet. Attualmente vige sostanzialmente un vuoto legislativo, ma l'accesso per tutti e non disciplinato a prodotti farmaceutici molto specifici presenta non poche criticità, come il Consumer Reports sottolinea.
Emanuela Di Pasqua - Totem