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I relatori pubblici accusati di cialtroneria

22/11/2007

Da e' wired, 31 ottobre 2007

Chris Anderson, redattore capo di Wired Magazine, ha lanciato ai relatori pubblici un messaggio rabbioso.
Il 29 ottobre sul suo blog, www.longtail.com, Anderson ha pubblicato un'invettiva dal titolo "Mi spiace cari relatori pubblici, siete bloccati", e la colpa è delle ‘300 e-mail' che riceve ogni giorno dai relatori pubblici, che inviano segnalazioni alla cieca.
"Il mio problema non è lo spam... sono i relatori pubblici", scrive Anderson. "I cialtroni mandano i loro comunicati stampa al redattore capo di Wired perché non possono prendersi la briga di scoprire chi tra i miei collaboratori, semmai ce n'è uno, potrebbe essere interessato alla loro notizia".
Anderson ha quindi elencato i singoli indirizzi e-mail di ciascuno degli oltre 200 relatori pubblichi e spammer che negli ultimi 30 giorni gli hanno inviato qualcosa che a lui non interessava. Una rapida occhiata all'elenco rivela indirizzi delle più note società di rp, ma non solo.
L'idea, spiega Anderson, è di ricambiarli con la stessa moneta. "Se i loro indirizzi entrano negli elenchi degli spammer, perché io li ho pubblicati, peggio per loro – gli ho reso pan per focaccia".
Da quel momento in poi il blog è stato inondato da centinaia di reazioni, molte da professionisti rabbiosi che gli hanno spiegato che spesso le ‘segnalazioni alla cieca' che ha ricevuto non sono partite direttamente dagli account, ma sono il risultato di mailing list acquistate da società di servizio.
Anderson ha risposto che i relatori pubblici non devono fidarsi di liste preconfezionate e devono invece creare le loro mailing personalizzate con i nominativi dei singoli redattori. Ha osservato che le liste di e-mail comperate sono redatte con una filosofia analoga a quella per cui il dipartimento diffusione di alcune riviste inserisce cinque o sei cartoline di abbonamento in ogni copia della rivista, altro sistema che trova aberrante.
 
Il 5 novembre il New York Times ha pubblicato questo articolo:
LE COSE SI METTONO MALE NELLA GUERRA TRA CIALTRONI E INTRALLAZZATORI
di Andrew Adam Newman
Spesso i giornalisti definiscono ‘cialtroni' i relatori pubblici e questi definiscono ‘intrallazzatori' i giornalisti, anche se raramente se lo dicono in faccia. Ma la ‘guerra' è cominciata apertamente la settimana scorsa dopo che Chris Anderson, redattore capo di Wired, se l'è presa con i ‘cialtroni pigri' che lo inondano di comunicati stampa "perché non possono prendersi la briga di scoprire chi tra i miei collaboratori, semmai ce n'è uno, potrebbe essere interessato alla loro notizia".
Steve Kagan per il New York Times
Chris Anderson, redattore capo di Wired, detesta i relatori pubblici pigri.
"Ho le mie buone ragioni", ha scritto sul suo blog il 29 ottobre. "Ricevo più di 300 e-mail al giorno: il mio problema non è lo spam... sono i relatori pubblici".
Poi ne ha fatto un caso personale e ha postato 329 indirizzi da cui aveva ricevuto messaggi non richiesti e gli ha comunicato di averli bloccato per sempre come mittenti. La lista includeva alcune delle principali società di relazioni pubbliche che, oltre al pubblico ludibrio, sono state bersagliate da e-mail sgradite visto che i programmi definiti ‘spam bots' raccolgono indirizzi dai siti web. Anderson ne è stato soddisfatto avendo ‘reso pan per focaccia', come ha scritto.
Ovviamente molti non sono stati d'accordo. Come Susan S.Bratton, chief executive di Personal Life Media, un network pubblicitario per programmi Internet, che ha considerato ‘raccapricciante' fare un elenco di indirizzi e ha definito il post ‘meschino'.
Molte delle 350 reazioni hanno concordato con quella di Bratton e, come era prevedibile, i giornalisti sono stati d'accordo con Anderson, ma lo sono stati anche alcuni relatori pubblici.
Peter Shakman, autore di "Possiamo farlo?! Trovate eccessive dei pr che funzionano", ha scritto che invece di sparare nel mucchio, i relatori pubblici dovrebbero ricercare il singolo giornalista da coinvolgere. "Non avete voglia di farlo?" ha domandato. "Andate al diavolo".
Altri hanno osservato che Wired – che pure manda messaggi non richiesti – non è senza peccato. Anderson ha accettato la critica in un successivo post e ha risposto che "stavano facendo di tutto per ridurre al minimo questo inconveniente" e che molte persone gli avevano chiesto scusa, promettendo di cambiare sistema e chiedendogli di essere tolti dalla lista. Lui li ha ringraziati tutti per l'impegno a cambiare, ma non si è reso disponibile a modificare quanto deciso.
Anderson è autore di "The Long Tail" e del sito thelongtail.com su cui tiene uno dei suoi blog. Uno dei post si riferisce al tentativo di un relatore pubblico di portar via un cliente ad un collega a seguito delle rimostranze di Anderson.
Roy Peter Clark, vice president del Poynter Institute for Media Studies, ha rilevato che le ostilità in corso hanno maggior attinenza con il territorio che con la tecnologia.
"Sono entrato in questo mestiere 30 anni fa e ho imparato che i cialtroni erano i miei nemici, con un asterisco", ha detto. "L'asterisco era valido fino a quando proprio non ne avevo bisogno, con una scadenza stringente senza la possibilità di evitarli o di farne a meno".
Per molto tempo c'è stato un rapporto di odio-amore tra le due professioni, ha commentato Sheldon Rampton, co-autore di "La melma tossica vi fa bene! Bugie, maledette bugie e l'industria delle relazioni pubbliche" e direttore di ricerca di PR Watch, una pubblicazione che si occupa di pratiche di rp equivoche. "Spesso i relatori pubblici fanno i galoppini per i giornalisti – dando loro storie e fonti e facendo le ricerche" ha scritto Rampton.
Già in altre occasioni Wired aveva avuto un ruolo nella dinamica intralazzatori-cialtroni. In febbraio, Microsoft ha inavvertitamente inviato a Wired una e-mail con un memo sulla strategia preparato dal suo consulente di rp, nel quale un redattore di Wired, che stava scrivendo un articolo su Microsoft, veniva definito ‘inattendibile' e incline al sensazionalismo. Wired ha allegramente postato il memo sul suo sito!
Anderson ha inviato un messaggio e-mail al New York Times dicendo che "la cosa più importante che ho imparato leggendo i commenti è quanto di questo malcostume (invio indiscriminato di e-mail) sia imposto ai professionisti più giovani dal fatto di non aver tempo, risorse e insegnamenti sufficienti".
Invece Rampton di PR Watch ha commentato che gli errori di comportamento sono più un fastidio che un guaio serio.
"Sono più preoccupato dai relatori pubblici che promuovono medicamenti di dubbia efficacia, o danno al pubblico informazioni fuorvianti sul riscaldamento globale". E ha anche confermato che la sua organizzazione – che è gestita dal Center for Media and Democracy – riceve la sua parte di e-mail irritanti dai relatori pubblici.
"Siamo una organizzazione di controllo il cui unico scopo è criticare pratiche di rp equivoche ma, ciò nonostante, riceviamo messaggi spam dai relatori pubblici. Qualche volta riceviamo anche telefonate di recall per chiederci se pensiamo di riprendere la loro notizia. Abbiamo predisposto una risposta uguale per tutti, che è "Ci occupiamo di pratiche di rp ingannevoli e contrarie all'etica – fa al vostro caso?".
 
F.C.
 
 
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