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Il comunicato stampa: tradizione e attualità di uno strumento di lavoro

24/09/2009

Mariella Governo fa il punto sullo stato di salute del comunicato stampa dopo la rivoluzione dei social media. Tanti i suggerimenti e i consigli tratti dalla sua esperienza concreta: dalla scrittura del lead alla relazione con il giornalista... Uno strumento ancora pieno di opportunità, purché lo si sappia usare bene!

di Mariella Governo


Ho da poco terminato di scrivere una riflessione (tosta, una trentina di pagine di scenario, tecniche e molti esempi) sul tema del comunicato stampa e del mestiere dell’addetto stampa. L’idea ha preso forma dopo la diretta TV di ‘PuntoItalians’, in maggio, con Beppe Severgnini e Annamaria Testa, dal titolo “Come scrivere un pessimo comunicato stampa”.


Lì in studio, in aula quando insegno, nelle lettere che i ragazzi mi scrivono, mi rendo conto che i giovani comunicatori sono soli davanti agli scogli della scrittura professionale e non solo.
Non conoscono i trucchi che il mondo delle relazioni media (e non solo) comporta. Possono sbagliare più di noi e, purtroppo, farsi molto male. E oggi quasi nessuno negli uffici ha tempo di insegnare loro la pratica professionale quotidiana: alla pari della formazione necessaria per i giovani avvocati, architetti, commercialisti.


Per i comunicatori più soli, e con molta voglia di imparare, ho scritto questo testo che così inizia:


“Mestiere o tortura? Il mio primo comunicato stampa lo scrissi e riscrissi undici volte,su una macchina da scrivere elettrica, quella con la “pallina” intercambiabile. Già alla terza versione capii che avevo scelto un mestiere maledettamente serio.


Il risultato non era certo frutto del mio ingegno o della mia rapida capacità di memorizzare regole e consigli, ma era l’esito del minuzioso e costante lavoro di tagli, correzioni, incisi (rigorosamente a matita sulle varie versioni numerate) e delle “dritte” che ricevevo – con voce calma e disponibile -, stesura dopo stesura, dal bravo e severo Aldo Zana, che nel 1982 dirigeva la struttura delle relazioni esterne Italtel.


Quando entravo nel suo ufficio con in mano la versione finale (o così speravo) lui riusciva ad aggiungere sempre l’ultimo punto e virgola o l’ultima interlinea; poi mi guardava soddisfatto e mi faceva i complimenti per il risultato. La prima volta pensai che mi prendesse in giro, seppur benevolmente; capii poi che era il suo modo di valorizzare il mio impegno nell’imparare i trucchi del mestiere. Aldo era (ed è tuttora) appassionato del tema e mi ha trasmesso questa dedizione, appresa a sua volta all’Ibm, dove scrivere un comunicato stampa era prima di tutto un atto di rigore.


Scrivere undici versioni di un testo fu solo la prima di molte torture della scrittura aziendale, alle quali aggiungo (ormai con sollievo per gli anni che mi separano da quella tosta gavetta) le difficoltà nello scrivere i testi di una brochure,o il discorso per l’amministratore delegato, o la stesura di una mailing list mirata di giornalisti.


Tra tutti i testi che un comunicatore deve imparare a scrivere, il comunicato stampa è forse quello più difficile, (o almeno lo è stato per me, poco incline a essere ingabbiata in format e regole di scrittura). Ma questa era ed è la vera bottega per chi ha la fortuna di riuscire a farla.
Il comunicato stampa è oggi il testo che scrivo più volentieri e con più facilità: perché so quante preziose opportunità racchiude per la visibilità e la reputazione dell’azienda, e per lo stesso prestigio personale dell’addetto stampa.


Ho “cresciuto” molti giovani in questi anni, alcuni sono diventati “cavalli di razza”, altri hanno fatto tesoro degli insegnamenti applicandoli in professioni collaterali, altri ancora hanno voltato pagina, consapevoli o meno che questa non era la loro strada.


Oggi, nel mio lavoro di formazione in aula, nelle aziende o in università, incontro ragazzi sveglissimi, più preparati sul tema rispetto ai miei esordi, desiderosi di apprendere i segreti del mestiere. Forse un po’ soli, senza un maestro accanto.
Questo testo si rivolge in particolare a loro, ai più giovani, alle prese con le difficoltà di questo mestiere.


Non è un testo di tecniche di scrittura (o lo è solo in parte). Non è un testo esaustivo sull’argomento (ho preferito solo accennare a due argomenti che richiederebbero una trattazione specifica: il comunicato stampa per l’azienda quotata in Borsa e i social media press release).
È un testo che esprime il mio punto di vista. Una “riflessione pratica”, dopo ventotto anni di lavoro sul campo, che offro a chi avrà la pazienza di leggerla”.



Il Quaderno (così si chiamano i contributi e le riflessioni tecniche che ospita Luisa Carrada sul suo sito) è disponibile qui su Il mestiere di scrivere oltre che sul sito: www.mariellagoverno.it
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