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Il futuro dei giornali tocca anche i comunicatori

16/02/2023

Giovanni Landolfi

I comunicatori sono stakeholder chiave per i giornali e per gli editori e dalla sopravvivenza dei giornali dipende anche quella del settore delle relazioni pubbliche. Ne è convinto Giovanni Landolfi, commentando il recente Congresso della Stampa Italiana a Riccione

Nel 2007, l’anno in cui fecero la loro comparsa l’iPhone e Facebook, i quotidiani vendevano 6,1 milioni di copie al giorno: oggi siamo a poco più di un milione. Lo ha ricordato il segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), Raffaele Lorusso, aprendo il congresso nazionale di Riccione, nel giorno di San Valentino. Al capezzale dell’informazione sono stati invitati il Ministro, gli editori, le associazioni giornalistiche, i sindacati, il presidente della regione, il sindaco. Discuteranno di molte e varie cose, ma soprattutto delle “gravi ripercussioni sul mercato del lavoro”.

La cosa interessante è che per mettere in piedi e comunicare l’evento è servita un’importante attività di relazioni pubbliche. Però i comunicatori non sono stati invitati. Penso che non siano mai stati invitati a questo tipo di consessi. “Siamo di fronte a un declino inarrestabile”, ha ammonito Lorusso, “che richiede la messa a punto di strategie, auspicabilmente condivise, da parte di tutti gli attori del sistema”.

Noi comunicatori siamo attori di primo piano di questo sistema. Anche più di Cgil Cisl e Uil, se non ci limitiamo alle questioni salariali. Rappresentiamo uno stakeholder chiave per i giornali e per gli editori e dalla sopravvivenza dei giornali dipende anche quella del settore delle relazioni pubbliche.

Certo, siamo frammentati e poco visibili, ma magari qualche idea per fermare il declino potremmo farcela venire in mente. Del resto è il lavoro che facciamo tutti i giorni: trovare una strategia, un contenuto, un format, una chiave di lettura per sostenere un marchio, un evento o un ministro. Adesso che abbiamo definito la nuova governance di FERPI, dovremo mettere in fila i temi su cui lavorare. Il futuro dell’editoria ci tocca molto da vicino e quindi è uno di quelli da mettere in cima alla lista.

 

 

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