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Il New York Times cede alla pubblicità

07/01/2009

Per la prima volta nella sua storia il quotidiano della Grande Mela pubblica un’inserzione in prima pagina. A far cadere il tabù sono stati i bilanci in rosso.

Una delle ultime decisioni per sanare la crisi di liquidità era stata l’ipoteca accesa recentemente sul suo asset più prezioso: il grattacielo di 52 piani realizzato da Renzo Piano sulla Ottava Avenue di Manhattan.


Ora, assediato dalla recessione (crollo di copie vendute e di introiti pubblicitari) il New York Times apre alla pubblicità in prima pagina. Il più influente quotidiano americano ha messo dal 6 gennaio in vendita una striscia alta cinque centimetri in uno spazio finora considerato inviolabile da tutto ciò che non fosse una notizia.


Per la Old Gray Lady (questo il soprannome del quotidiano della famiglia Sulzberger) è una straordinaria concessione per far fronte ai bilanci in rosso. Non è stata infatti rivelata la cifra per cui lo spazio è stato venduto alla rete tv CBS: ma l’estrema visibilità e la novità – secondo gli esperti – lo rende più efficace e dunque più costoso di un’intera pagina all’interno. “È una opportunità eccitante per i nostri inserzionisti di raggiungere lettori colti, ricchi e influenti in tutto il paese”, ha spiegato il New York Times in un comunicato.


Altri giornali, tra questi il Wall Street Journal di Rupert Murdoch, UsaToday del gruppo Gannett e il Los Angeles Times del gruppo Tribune – da qualche settimana in forte crisi – considerano da tempo normali le inserzioni in prima pagina.


Gli ultimi dati della raccolta pubblicitaria hanno indotto il New York Times a vincere le resistenze, consentendo alle forze del commercio di invadere il più importante spazio del giornale destinato all’informazione. In linea con il resto delle testate americane, in novembre la Vecchia Signora in Grigio aveva riportato un calo del 20 per cento degli introiti. Per mantenersi in salute è ricorsa a rimedi estremi.


Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e
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