Vincenzo Manfredi
La lobby è un modo per informare e influenzare i governi: parte integrante della democrazia da almeno due secoli, è uno strumento legittimo per influenzare le politiche pubbliche. E l’attività di lobby, e il suo insieme più vasto del public affairs, è una delle discipline delle relazioni pubbliche. Lo afferma l'OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nell’ultimo rapporto, come illustra Vincenzo Manfredi nel suo editoriale per 2duerighe.
L’OCSE nell’ultimo rapporto – “Lobbying in the 21st Century, Transparency, Integrity and Access” – afferma senza mezzi termini che la lobby è un modo per informare e influenzare i governi: la lobby è parte integrante della democrazia da almeno due secoli, ed è uno strumento legittimo per influenzare le politiche pubbliche. E l’attività di lobby, e il suo insieme più vasto del public affairs, è una delle discipline delle relazioni pubbliche. Scrive l’Ocse: “Il lobbying può favorire la partecipazione democratica e fornire dati e analisi utili direttamente ai responsabili decisionali. Tuttavia, l’assenza di trasparenza e integrità, potrebbe distanziare le politiche pubbliche dall’interesse pubblico, in particolare se un piccolo gruppo che rappresenta interessi forti utilizzasse la sua ricchezza, il suo potere d’influenza o i suoi privilegi per ottenere vantaggi in modo sleale”.
Il nostro auspicio è che venga presto analizzato il testo unificato delle tre proposte di legge sulla rappresentanza di interessi. Agli inizi di agosto 2021, infatti, la I Commissione Affari costituzionali, in sede referente, ha adottato il testo unificato, proposto dalla relatrice Vittoria Baldino, unificando appunto i progetti di legge degli Onorevoli Francesco Silvestri, Silvia Fregolent e Marianna Madia in materia di “Disciplina dell’attività di rappresentanza di interessi”.
Continua a leggere.