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Il Sole 24 Ore di sabato 2 ottobre intervista Emanuele Invernizzi: "Ma le società italiane di pr res

05/10/2004
L'articolo è scaricabile in versione pdf cliccando qui.Riceviamo e pubblichiamo alcune righe di precisazione sul contenuto dell'intervista da parte del professor Invernizzi:"Dall'uscita dell'intervista sul Sole di sabato a oggi ho ricevuto un numero tale di messaggi da amici, in qualche modo coinvolti dal contenuto dell'articolo, da indurmi a fare alcune precisazioni che la brevità dell'intervista non consentivano.Mi riferisco al tema della qualità e adeguatezza dei servizi che le società di comunicazione d'impresa italiane riescono a fornire rispetto a quelle americane. In realtà questo tema dovrebbe essere riferito più alla nazionalità dei consulenti che non a quella delle società.In altre parole il fatto che la più grande società di relazioni pubbliche operante in Italia sia italiana dipende forse più dalle capacità e dalla bravura dei consulenti che la guidano che non dalla loro nazionalità. O meglio: confermo la convinzione che in Italia servano consulenti italiani, tuttavia anche le società americane operanti in Italia sono fatte di, e quasi sempre anche gestite da, professionisti italiani.Riguardo alle metodologie e al know-how poi non possiamo dimenticare che le fondamenta concettuali e metodologiche della professione sono di stampo anglosassone, anche se il loro impiego e la loro applicazione in contesti diversi come quello italiano rischia di renderli inadeguati. Importante comunque è la fertilizzazione incrociata che teorie, concetti e metodi provenienti da diverse culture possono creare. E negli ultimi anni in Italia, come in molti paesi europei e anche asiatici, c'è stato un sviluppo di competenze professionali molto interessante.In conclusione, se è vero che le agenzie di rp americane hanno certamente conquistato in Italia una fetta importante del mercato, è anche vero che la prima della graduatoria è italiana. Come avviene peraltro anche nel campo della pubblicità. E' dunque una situazione molto variegata nella quale mi sembra difficile ipotizzare un progressivo affermarsi di un predominio delle società americane, anche per lo sviluppo e la crescita di know-how e competenze locali che negli ultimi anni è stato davvero notevole".
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