Federica Zar, Consigliera Nazionale con delega alla Comunicazione
Attraverso il suo modo di comunicare, ha insegnato a un Paese intero che parlare significa anche ascoltare, guidare, trasmettere sicurezza.
In Italia, quando si parla di televisione, il nome di Pippo Baudo è inevitabile. Non soltanto perché è stato protagonista di oltre mezzo secolo di spettacoli, ma perché ha incarnato, meglio di chiunque altro, il ruolo di grande comunicatore. Conduttore, scopritore di talenti, “padrone di casa” di eventi epocali: Baudo non è stato solo un volto televisivo, ma una vera scuola di comunicazione in diretta. Anche per questo mi piace ricordarlo, a poche ore dalla sua scomparsa.
Baudo ha saputo fare ciò che pochi conduttori hanno realizzato: parlare a milioni di italiani come se fossero in salotto con lui. Nei festival di Sanremo, nelle prime serate della Rai, persino nei programmi più leggeri, riusciva a mantenere un equilibrio tra spettacolo e istituzione, tra leggerezza e autorevolezza. La sua presenza era rassicurante, quasi paterna, e nello stesso tempo capace di scandire i tempi dello show con professionalità.
Uno dei tratti più evidenti del suo stile è stata la capacità di entrare in sintonia con il pubblico. Conosceva il ritmo della televisione, ma anche quello delle emozioni degli spettatori. Sapeva quando scherzare, quando alzare il tono, quando abbassarlo. Era un comunicatore che leggeva le reazioni in sala e le trasformava in energia per la diretta.
Celebre rimane il suo intervento al Festival di Sanremo 1995, quando bloccò un uomo che minacciava di lanciarsi dalla balconata del teatro Ariston. In pochi secondi, Baudo passò da conduttore a “salvatore della scena”, gestendo la tensione con lucidità e fermezza. Un esempio da manuale di comunicazione di crisi: niente panico, poche parole chiare, tono fermo, sicurezza trasmessa al pubblico a casa.
Oltre ad essere un comunicatore, Baudo è stato anche un innovatore. Ha lanciato e sostenuto decine di artisti destinati a diventare icone dello spettacolo italiano: da Andrea Bocelli a Lorella Cuccarini, da Heather Parisi a Laura Pausini e tanti altri. Non solo conduceva, ma aveva l’occhio lungo per riconoscere chi sapeva “parlare” al pubblico.
Per anni, Pippo Baudo ha incarnato la televisione di servizio pubblico: rassicurante, elegante, mai sopra le righe, ma capace di spettacolo. Un conduttore che rappresentava, a modo suo, un’Italia che voleva vedersi migliore: ordinata, colta ma popolare, seria ma con il sorriso.
Oggi, in un’epoca dominata dai social e dalla comunicazione frammentata, Baudo appare come un simbolo di un’era diversa: quella in cui la televisione era il centro del dialogo nazionale. Eppure, la sua lezione resta attuale: la vera comunicazione non è gridata, ma capace di creare fiducia, empatia e credibilità.