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Indirizzo personalizzato per i siti delle grandi metropoli

12/01/2009

Parigi, New York, Berlino, Amburgo, Barcellona si sono riunite in consorzio per rilanciare cultura e patrimonio turistico.

Sarà un po’ come riscoprire le vecchie targhe automobilistiche, quelle con la sigla “MI” o “Roma”, vero e proprio strumento di comunicazione nazionale per oltre mezzo secolo.


Alcune grandi metropoli, probabilmente consigliate da lungimiranti consulenti di marketing, hanno pensato di rilanciare il turismo locale con un’idea apparentemente semplice: personalizzare gli indirizzi web – o meglio l’estensione finale – per valorizzare luoghi d’arte, patrimoni culturali e indotto economico.


In concreto, cinque grandi “nomi” internazionali (Parigi, New York, Berlino, Amburgo e Barcellona) si sono riuniti in consorzio (DotCities è il nome scelto) per proporre l’utilizzo – nella ‘url’ di siti e portali – delle iniziali della singola città, così come già avviene per le targhe automobilistiche.


Oltre ai classici finali in .com e .org. oppure in .fr (per Francia) e uk. (per Gran Bretagna), in un futuro neppure lontano il sito di un grand hotel parigino potrebbe magari terminare con il suffisso .paris.


L’obiettivo è ambizioso. Si vuole strappare un “sì” dall’Icann, l’organismo che gestisce l’attribuzione dei nomi per i siti Internet: i cinque puntano a ottenere l’autorizzazione per la creazione di nuove estensioni, legate appunto alle città e non soltanto alle nazioni o alle singole organizzazioni o agenzie.


Le grandi metropoli chiedono anche ai “saggi” dell’Icann quote decisamente più basse di quelle attuali. Poche settimane e si dovrebbe avere un primo verdetto. Quello che è certo è che i prezzi degli indirizzi web, al momento, sono piuttosto salati: l’Icann, infatti, chiede 185mila dollari per la creazione di una nuova estensione. A questi si aggiungono 75mila dollari di canone annuo oppure il 5% del fatturato, quando questo supera i 75mila dollari.


Per ora DotCities sembra aver conquistato l’attenzione generale: sembra infatti che presto dovrebbero associarsi anche città del calibro di Londra e di San Francisco.


Alessandro Dattilo – Redazione Cultur-e
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