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La comunicazione nelle "scienze politiche"

04/04/2012

Nuove prospettive teoriche e metodologiche e i risultati di recenti ricerche rilanciano il ruolo strategico della comunicazione nelle scienze politiche. Un call for papers sulla materia.

Nelle democrazie avanzate il potere politico per legittimarsi ha bisogno sempre più di riscoprire il «pilastro popolare» (Meny) che, insieme con quello costituzionale, definisce l’idea stessa di democrazia. Per fare questo, il potere politico ha la necessità di palesarsi, rendersi comprensibile e rendere conto ai cittadini. Di conseguenza, per la maggior parte degli attori politici la comunicazione diventa un settore imprescindibile nel quale investire risorse ed energie. Con maggiore chiarezza questo avviene in campagna permanente (Blumenthal, Ornstein e Mann, Roncarolo), dove è forte la necessità di interagire direttamente con il pubblico col fine di «far conoscere, far comprendere e far accettare» le decisioni pubbliche, attribuendo così una nuova centralità alla comunicazione e alla rilevazione dell’opinione come pratiche di governo.
Di questi aspetti se ne discuterà nell’ambito del convegno annuale della SISP – Società Italiana di Scienza Politica, in programma a Roma dal 13 al 15 settembre.
Alla comunicazione è dedicata un’intera sessione dell’evento . Rosanna De Rosa e Valentina Reda saranno chair del panel dedicato a La comunicazione al potere, tra i più attesi in questa delicata fase dello scenario politico non solo italiano.
Il programma comprende sessioni plenarie, l’Assemblea dei soci e numerosi gruppi di studio, riuniti in sezioni tematiche, nei quali i partecipanti presentano e discutono ricerche ed analisi che mirano a un alto livello scientifico.
Nello specifico la quinta sezione sarà dedicata al tema della comunicazione politica ed accoglierà proposte di panel incentrate sul tema del cambiamento e della continuità nelle diverse aree di studio e ricerca in cui si articola il campo della comunicazione politica, con particolare attenzione alle prospettive d’analisi comparate e alle metodologie di ricerca. Fra gli ambiti che si intendono privilegiare si segnalano soprattutto:
1) la comunicazione internazionale, con specifico interesse per le dinamiche di mobilitazione e il ruolo svolto dagli apparati comunicativi;
2) la relazione fra sistema politico e media, con particolare riferimento ai processi adattivi sviluppatisi nel quadro dei processi di mediatizzazione e all’emergere di nuovi stili di comunicazione della leadership;
3) la comunicazione elettorale, con speciale attenzione sia per le trasformazioni che hanno investito nel tempo le forme e l’impatto del campaigning, sia per i temi connessi al rapporto fra campaigning e governing;
4) il ruolo delle tecnologie digitali nelle trasformazioni della politica e gli esiti che ne derivano dal punto di vista dei processi di democratizzazione;
5) gli aspetti di genere nelle varie articolazioni della comunicazione politica.
Naturalmente, soprattutto il Governo e i Presidenti sono stati gli attori che per primi hanno capito quanto fosse importante la comunicazione al fine di mantenere il consenso popolare. Con la conseguenza ipotizzata che, nel tempo, si sia andata rafforzando l’esigenza di centralizzare la gestione della comunicazione governativa e il controllo del suo impatto. Tuttavia, la necessità di ripensare e ridefinire i propri ruoli istituzionali, in un contesto in profondo mutamento connesso ai fenomeni della personalizzazione e mediatizzazione della politica, ha evidenziato la necessità anche per altri attori politici (parlamentari, leader partitici, leader sindacali ecc.) di investire in maniera più consistente sulla comunicazione. Il rapporto diretto con il pubblico diventa necessario per la gestione del consenso – ancor più nella sovrapposizione di fatto del comunicare per la conquista del potere e per l’esercizio del potere, che la campagna permanente impone – con l’effetto di creare una democrazia formalmente più partecipata e concretamente più centralizzata.
Il Governo e i suoi vertici sono, dunque, gli attori principali cui si rivolge la nostra attenzione, anche se non è possibile ignorare il ruolo di altri attori nei processi di definizione delle politiche pubbliche. Allo stesso modo non se ne può ignorare la comunicazione. Questo panel ha, dunque, l’obiettivo di raccogliere contributi interdisciplinari volti a definire attori e strategie in gioco nella comunicazione che ruota intorno alle decisioni pubbliche, con una particolare attenzione alla comunicazione del governo.
Saranno particolarmente apprezzati i contributi volti a precisare sia la dimensione teorica, che si lega all’uso della comunicazione del governo e nei processi di policy making, sia la dimensione empirica, con attenzione tanto al caso italiano – gli attori, le strutture, l’organizzazione, i contenuti, i destinatari della comunicazione, gli effetti – quanto al contesto europeo, preferibilmente in chiave comparata.
La scadenza per l’invio delle proposte è il 2 maggio, per i papers completi il 2 settembre.
Per maggiori informazioni consultare il sito della Società Italiana di Scienza Politica e la pagina dedicata alla Sezione di Comunicazione Politica del Convegno.
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