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La falsa rivoluzione della Generazione Trony

31/10/2011

Roma in tilt per una fiumana di persone. Non si tratta però di una manifestazione di “indignati” ma di voraci “tronyzzati”, accorsi nella capitale per non perdere gli sconti dell’inaugurazione di un nuovo punto vendita della nota catena di prodotti hi-tech. Giovani alla ricerca di una rivoluzione, ma solo tecnologica. La lettura disincantata di _Gabriele Cazzulini._

di Gabriele Cazzulini
C’è qualcosa di perfidamente sociologico e, azzardo, persino di politico, nelle calche inumane a Roma per arraffare l’iPhone a prezzo scontato da Trony.
Pensavo che gli italiani non sapessero fare le rivoluzioni. Mi sbagliavo. Almeno, mi sbagliavo nel bersaglio della rivoluzione. Agli italiani, a questi italiani, non interessa la politica. Licenziare i padreterni, come scriveva Luigi Einaudi, vetusto primo presidente della Repubblica, è praticamente un’utopia. La casta non si schioda.
A Roma il 15 ottobre tutti sono arrivati per manifestare come in tutte le parti del mondo. Ma in Italia la gente è partita avendo già in tasca il biglietto del ritorno. E’ sabato, si fa una passeggiata a Roma e si rientra per la sera, giusto per seguire Maria De Filippi su Canale 5. Guai ad organizzare accampamenti per occupare le centrali del potere, patire le fame e il freddo. Rischiare. Metterci fede e lotta. Sarebbe stato serio.
La vera rivoluzione si fa (ecco dove mi sbagliavo) per l’hi-tech. Come racconta al Tg1 un Alberoni tirato fuori dalla naftalina, questi ragazzi fanno bene a far casino per strada (guerriglia urbana mi pare offensivo per chi prende manganellate dai poliziotti) perchè lottano per avere beni di cittadinanza. Cioè, sostiene il vetusto sociologo: se non hai l’iphone, non puoi lavorare, sei fuori dalle cerchie che contano, non sei affidabile. Razzismo hi-tech: ieri se non eri bianco, non eri uomo. Oggi, se non hai l’iPhone, non vali. Un po’ come dire che se non rilasci dichiarazioni senili al telegiornale, non sei considerato un’opinionista che conta. Appunto.
Alberoni a parte, in questi giovani “tronyzzati”, tronisti degli happy hour e rintronati dall’iPod, c’è pure un fondo di verità, sebbene un fondo poco profondo. La tecnologia non è soltanto un accessorio per facilitare la vita o per comunicare. L’informazione crea nuovi rapporti di produzione da cui emerge un nuovo sistema di produzione, con nuovi modelli culturali e, finalmente ci arrivo, nuovi schemi politici.
Una volta c’erano le industrie. Oggi c’è l’iPad. La sua sottigliezza, la sua leggerezza non sono soltanto questione di style e di design, come amano dire i fighetti. L’iPad, e più ancora il Cloud Computing, realizzano la smaterializzazione della produzione. Basta con le merci e gli attrezzi. Basta con la ferraglia dell’hardware. Il bit, il link, lo sharing non si toccano. L’iPad è sottilissimo. Lo smartphone è ultra piatto. Usi la voce o sfiori lo schermo coi polpastrelli, delicatamente. E’ come l’economia finanziaria. Miliardi di miliardi invisibili, da un computer all’altro, fluttuano nell’etere economico. Il turbo-capitalismo è un’anima finanziaria senza corpo economico. Derivati e opzioni cosa sono se non l’iPad della finanza di oggi? Addio Bot e Btp, addio ai vecchi pc e alla vecchia economia monetaria fondata sulla moneta sonante.
Rivoluzionari sì, questi giovani. Ma dotati solo della tecnologia della rivoluzione. Non hanno ideologie, visioni, movimenti e aggregazioni. Sono come il comunismo senza Marx o come il celebre film Tutti insieme appassionatamente ma senza la musica, i nazisti e i bambini. Cioè, non sono niente.
Gira voce che quelle offerte di Trony fossero una bufala. Così anche questi ragazzi potranno indignarsi, venire a Roma e dar fuoco alle sim di qualche gsm. In attesa della prossima rivoluzione – dei prezzi, s’intende.
Tratto da Spinning Politics
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