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La sfida generativa

05/02/2023

Daniela Bianchi

L’Italia ha le capacità e le competenze per guardare avanti con fiducia, ma chiusa com’è in compartimenti stagni mostra la sua debolezza. Un Paese in cui gran parte delle energie sono impegnate nel tentativo di conservare la posizione, più che a costruire un domani desiderabile ma la generatività apre una speranza. L'analisi della Segretaria Generale FERPI, Daniela Bianchi, dell'ultimo rapporto Italia Generativa 2022.

È un Paese in surplace quello che emerge dal rapporto Italia Generativa 2022, un Rapporto che si propone di raccogliere, in una logica ricompositiva, alcuni segni del dinamismo sociale ed economico del contesto italiano, ma anche tutte e aree di blocco che impediscono questo dinamismo.

Presentato lo scorso 14 gennaio, i dati che emergono non fanno che rimarcare ed enfatizzare quel concetto di malinconia soffusa che già emergeva nel rapporto Censis pubblicato, come di consueto, sul finire dell’anno.

In una parola: immobili. Anche se il titolo allude ad una speranza: “L’Italia in surplace, dalla dispersione intergenerazionale all’ecosistema generativo”.

L’immagine evocata di un paese in surplace, restituisce l’iconica figura del ciclista fermo in equilibrio per recuperare fiato e l’immobilismo assume i connotati di un’arma di difesa: stare fermi per non cadere. In attesa della volata finale. Verso quale meta?

Negli 8 capitoli il Rapporto esamina aree di potenziale scatto, la questione demografica e gli equilibri intergenerazionali, la formazione come forma di abilitazione per accompagnare e preparare al futuro, la partecipazione e il civismo come ricostituzione di fiducia, l’iniziativa imprenditoriale e il dinamismo delle imprese, l’innovazione e le transizioni in atto, la transizione ecologica come forma di custodia e rigenerazione, il risparmio la gestione del debito e l’evasione fiscale.

Tutti ambiti in cui abbiamo da tempo espresso riflessioni e qualche azione, dimostrando che l’Italia ha le capacità e le competenze per guardare avanti con fiducia, ma chiusa com’è in compartimenti stagni, e ragionamenti a silos, mostra la sua debolezza. Questa frammentazione altro non è che l’indebolimento del senso di appartenenza ad una stessa comunità, uno svuotamento causato da una cultura individualista, che si è stratificato con una generalizzata crisi della sfiducia, nelle istituzioni, nell’agire collettivo, nel domani, fino a consolidare un sentiment di isolamento, separazione, frammentazione. Un Paese in cui gran parte delle energie – pubbliche e private – sono impegnate nel tentativo di conservare la posizione, più che a costruire un domani desiderabile. La parola generativa apre allora una speranza, uno spiraglio.

Desiderio e generatività. Due dimensioni dalla portata travolgente, in grado di cambiare radicalmente lo schema. Se Generativo significa far essere, far accadere, espressione di una energia interna che apre le persone al mondo e agli altri, per contribuire creativamente a ciò che le circonda, il Desiderio stimola ad una ricerca continua.

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