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Le lobby e le mancate riforme: l'alibi perfetto della politica

12/12/2023

Giuseppe de Lucia

La resistenza al cambiamento e la paura di perdere consenso, le vere cause dell'immobilismo nel Paese.

Lo scorso 23 novembre è apparso, sul "Corriere della Sera", un articolo a firma di Aldo Grasso relativo alle concessioni balneari dal titolo "Il patriottismo da rotonda sul mare". L'obiettivo del giornalista era evidenziare come, nonostante i tanti governi succeduti negli anni, nessuno era riuscito ad applicare la direttiva Bolkestein e riassegnare le concessioni balneari tramite evidenza pubblica, come indicato dall'Europa. Una riflessione che tante volte ha caratterizzato anche le discussioni domenicali di tanti di noi che hanno vissuto esperienze balneari sulle coste italiane. 

La conclusione del giornalista è che se nel nostro paese non si è ancora provveduto alla riassegnazione delle concessioni demaniali, è solo perchè le lobby tengono in ostaggio la politica. Una narrazione che si ripete sistematicamente anche per giustificare lo stallo in tanti altri settori (leggasi Taxi e farmacie).

In realtà questa è la più comune delle narrazioni utilizzate dai  giornalisti, anche in modo semplicistico, per raccontare lo stallo del nostro paese, concedendo un alibi perfetto alla classe politica italiana: sono state le lobby! 

Non so se la matrice è doloso o involontaria, ma rimane il fatto che si tratta di una distorsione di fondo della realtà. Come associazione che racchiude tanti professionisti delle relazioni pubbliche e rappresentanti di interesse,  abbiamo una prospettiva diversa. 

Più volte abbiamo provato a raccontare le attività di lobby come la necessaria rappresentanza degli interessi diversificati presenti nella società a supporto della definizione delle politiche pubbliche. Infatti, attraversto tale attività si offre la possibilità di dare voce a coloro che altrimenti potrebbero essere trascurati nel processo decisionale come settori industriali, organizzazioni non profit o comunità specifiche. Inoltre, la fornitura di informazioni specializzate da parte delle lobby possono contribuire a migliorare la comprensione dei legislatori su questioni complesse, consentendo loro di prendere decisioni più informate. 

Proprio per queste ragioni, a nostro avviso, non devono essere demonizzate, ma piuttosto comprese nella loro complessità. 

È opportuno poi non dimenticare un aspetto fondamentale: se da un lato le lobby possono offrire competenze specialistiche e informazioni approfondite su temi specifici, dall'altro è responsabilità dei decisori politici utilizzare tali input in modo equilibrato e nel miglior interesse della collettività. 

Spostare la discussione sulle lobby, come fa il giornalista in questo articolo, è un diversivo e nasconde il vero problema: la volontà politica di intraprendere riforme necessarie per affrontare le sfide del nostro tempo. La resistenza al cambiamento e la paura di perdere consenso sono ostacoli ben più significativi rispetto alla presunta influenza dei rappresentanti di interessi.

 
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