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Le Rp possono costruire un mondo migliore?

30/01/2015

Anne Gregory

Se lo chiede, nel suo ultimo editoriale, il Presidente di Global Alliance, Anne Gregory. Prendendo spunto dal Giorno della Memoria, si interroga su quello che davvero i comunicatori fanno per la società, vero fine ultimo delle Relazioni pubbliche. Tema che verrà ripreso nel progetto sulle credentials che verrà presentato nell’Assemblea annuale di Milano, il prossimo 26 giugno.

Sto scrivendo questo editoriale nel Giorno della Memoria. Come oggi, 70 anni fa, il campo di concentramento di Auschwitz veniva liberato e tutto l’orrore di ciò che i nazisti avevano commesso nei confronti degli Ebrei e di altre minoranze, come i Rom e le comunità omosessuali, veniva allo scoperto. Questa commemorazione avviene poco dopo gli omicidi di Charlie Hebdo e le continue atrocità che sentiamo accadere in Nigeria e su tutti i fronti del conflitto siriano.

Si tratta di casi estremi ma che ci costringono ad un’autoanalisi tanto personale quanto professionale. Che dire di quelle azioni quotidiane che creano emarginazione, dove sono i fatti e le parole per sovrastare queste situazioni con punti di vista legittimi e alternativi?

È vero che le nuove tecnologie e le piattaforme di comunicazione stanno obbligando le organizzazioni a ripensare i loro rapporti con i propri stakeholder. In realtà va da sé che le costringono a ripensare il proprio scopo e come meritarsi il diritto di mantenere una “licenza di operare”. Sono sempre più emozionata per ciò che questo significa per la nostra professione. Dal momento che i manager cominciano a comprendere che loro e le loro organizzazioni sono definiti dall’opinione che gli altri hanno di essi, è a noi, in qualità di esperti di comunicazione, che ora si rivolgono.

Questo prevede per noi la grande responsabilità di definire il nostro scopo come professione dal momento che questo significherà quale sia il contributo che possiamo dare alle organizzazioni per cui lavoriamo…. la nostra value proposition. Ho un suggerimento. Il nostro vero scopo è quello di fare community. Lo facciamo aiutando i leader delle organizzazioni a capire che nel mondo di oggi la bottom line non è rappresentata solo dal profitto, ma dalla legittimità. Il profitto va benissimo ma la legittimità rappresenta la massima sicurezza per tutte le organizzazioni – private, pubbliche e ONG. La legittimità deriva dall’ottenere sostegno pubblico che a sua volta deriva dall’agire nel pubblico interesse e per il bene dell’organizzazione. Agire nel pubblico interesse richiede un dialogo per scoprire cosa è necessario per servire tale interesse e atti veramente reciproci e restrizioni volontarie sulle azioni al servizio del bene pubblico. Tutti questo contribuisce a costruire una community o, per usare le parole del mio buon amico, il professor Bob Heath, una “società pienamente funzionante”.

Cosa c’entra tutto questo con la Giornata della Memoria? Tutto. Se i principi di cui sopra fossero messi in pratica da tutti ci sarebbe rispetto reciproco e Auschwitz e gli altri orrori a cui assistiamo non potrebbero mai accadere. Se c’è un contributo che come professione possiamo dare per costruire un mondo migliore è quello di ricordare costantemente ai nostri clienti e capi che la nostra responsabilità ultima è nei confronti della società… e altrettanto la loro.

Si tratta di un compito enorme per noi e dobbiamo assicurarci di essere adeguatamente attrezzati per affrontarla, avendo il giusto livello di competenza professionale, comprese le competenze etiche. Pertanto accolgo con favore le varie iniziative in tutto il mondo per individuare le capacità richieste ai professionisti delle Rp e della comunicazione. L’ultima è guidata da Stephen Waddington, ex presidente del CIPR nel Regno Unito, ma ci sono altri membri di Global Alliance, che stanno lavorando anche su questo, come IABC e PRSA negli USA.

Tutti questi sforzi sono legati al progetto mondiale di Global Alliance sulle credentials che sta analizzando tutte le competenze disponibili, cercando di guardare a ciò che sarà richiesto in futuro. L’obiettivo è quello di costruire un framework di conoscenza comune, abilità, attributi e comportamenti che possa essere utilizzato come punto di riferimento per l’intera community di Global Alliance e adattato per l’uso in ogni Paese. I risultati di questo lavoro saranno illustrati alla Assemblea Generale di Global Alliance che si terrà a Milano il 26 giugno a cui tutti i membri sono i benvenuti.

Fonte: Global Alliance
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