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L'eterno e labile confine della difesa personale

09/08/2005

La lobby delle armi organizza una protesta contro gli oppositori di una legge dell'Oklaoma sull'utilizzo delle armi. Torna la polemica sui confini della difesa personale, molto sentita oltreoceano.

La Nra, National Rifle Association, non si dà per vinta e reagisce con determinazione a chiunque voglia mettersi tra i cittadini e le loro armi. E' questo il caso del colosso energetico ConocoPhillips, colpevole secondo la Nra di aver provato a contrastare una legge dell'Oklaoma che vietava il licenziamento di dipendenti che detengono armi per uso personale nelle aree di parcheggio dell'azienda.
Alla società ConocoPhillips questa presa di posizione rischia di costare cara e la prima delle ritorsioni è stato l'immediato allestimento di una pesante campagna di boicottaggio. Recentemente la lobby delle armi è più attiva che mai nella campagna di sensibilizzazione a favore della difesa personale e l'ultimo e significativo successo registrato riguarda l'approvazione, da parte del senato americano, di una legge che chiude la porta alle possibili denunce contro fabbricanti e venditori di armi (nei casi in cui i loro «prodotti» vengano usati per commettere crimini).
Ultimamente nelle aule giudiziarie si sta diffondendo un «filone» di pensiero che mira a individuare nei venditori di armi una responsabilità per i comportamenti dei loro clienti, sulla falsariga del concetto per cui si sono ritenute le compagnie del tabacco responsabili delle morti di tumore ai polmoni. La Nra si difende al motto di "la miglior difesa è l'attacco" e cerca di sradicare sul nascere questo modello di accusa. Ancora una volta le pressioni dei signori delle armi evidenziano un conflitto che negli Usa è sempre molto attuale.
Emanuela Di Pasqua-Totem
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