Massimo Alesii
Leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza erano per Italo Calvino le parole chiave delle lezioni americane e gli ingredienti necessari al futuro da portare con sé nel nuovo secolo. Ispirato dallo scrittore, Massimo Alesii scrive ai colleghi una lettera aperta, in vista dell'appuntamento di Venezia.
Care Colleghe e Cari Colleghi iscritti a FERPI,
riprendo le parole chiave delle lezioni americane di Italo Calvino sul futuro, per una breve considerazione sull’oggi della nostra professione.
Il tema da lui scelto fu quello del nuovo millennio e di come affrontarlo. Lo riassunse, come sapete, in sei parole chiave: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza, ingredienti NECESSARI al futuro da portare con sé nel nuovo secolo.
Ed eccoci qua, nel secolo nuovo, interpreti di quel passato che dovrebbe farci da lezione appunto, e permetterci di compiere nuovi passi in avanti, raggiungere nuove mete, creare nuove emozioni, facendo tesoro dell’esperienza di una comunità professionale sviluppatasi negli ultimi 50 anni.
A mio modesto modo di vedere la nostra associazione in QUESTO secolo (direi anche nel prossimo triennio) deve porsi alcuni obiettivi: innanzitutto tornare protagonista nello spazio, o meglio negli spazi delle relazioni, Umane, Aziendali, Associative, Organizzative e Virtuali, riscoprendo innanzitutto quel ruolo pedagogico, che nella sua storia le ha permesso di contribuire sostanzialmente a formare la classe dirigente del settore della comunicazione e delle relazioni pubbliche italiana. E infatti leggo che qui a Venezia si parlerà di “cercatori di emozioni nell’era degli stimoli e delle sollecitazioni”, dunque di nuovi esploratori nei nuovi territori relazionali del prossimo futuro. Ed è senza dubbio un'ottima ispirazione per questi incontri prossimi.
Venendo dal passato, ed avendo attraversato con imprevista intensità umana e professionale in particolare gli ultimi 15 anni della nostra professione, alle volte anche da punti di vista estremi di situazioni di crisi, penso sia utile consegnare a chi parteciperà un termine che ben si adatta, a mio modesto modo di vedere, al ciclico ripetersi di situazioni complesse nelle quali siamo direttamente o indirettamente coinvolti. E il termine che vi consegno, non scevro da emozioni è... ESSERCI.
Vale per la nostra dimensione associativa ma può valere anche per noi stessi, applicarsi alla nostra dimensione umana e professionali di “tessitori di comunità”, professionisti capaci di ascoltare e di leggere la resilienza nel cuore di una Comunità.
Esserci dunque come Relatori Pubblici e Comunicatori non solo per occupare uno spazio “politico” bensì per determinare una funzione assertiva, che ci renda punto di riferimento riconosciuto per tutto il sistema delle competenze e delle conoscenze della materia, in Italia e nel mondo. Per far questo Esserci vuol dire dire dimostrarci utili: alla nostra comunità, così come alla comunità nazionale di riferimento, al nostro Bel Paese (che a Venezia potrete ammirare nella sua straordinaria bellezza), frutto di competenze e relazioni millenarie certo, ma anche di Comunità che lo hanno saputo conservare e portare fino a noi, con passione e dedizione.
Esserci sia una missione associativa che non guardi solo al networking come funzione di relazione, ma anche a tutte le nuove forme di relazioni professionali, innovative e sociali, da interpretare solo grazie a una solida base etico-culturale, che si forma non solo sui libri di testo e nelle università, ma anche e direi soprattutto, nell’agire professionale quotidiano al servizio dei nostri Committenti, magari in quei momenti dove ci troviamo a compiere scelte non consuete, affatto elementari e per loro natura COMPLESSE.
Spiegarsi, saper spiegare le ragioni di una scelta di soluzioni inusuali vuol dire anche Esserci per dare una mano a tante Comunità sparse nel nostro Paese, che non immaginano di essere nostre Committenti ma nelle quali ci troviamo come Cittadini, Amici, Relatori responsabili e consapevoli, e non certo come turisti per caso.
“La FERPI di domani” cito il nostro Presidente, “utile anche al collega che guida la grande agenzia di relazioni pubbliche o siede nell’ufficio comunicazione della grande azienda e sa che dalla Federazione deve cogliere quella elaborazione di contenuti ed esplorazione del futuro della professione...” può ritornare ad essere COMUNITÀ e FONTE di ISPIRAZIONE, centro e luogo diffuso di innovazione grazie anche alla vasta gamma di idi relazioni internazionali dentro le quali e con le quali possiamo crescere INSIEME. D’altronde se “l’emozione come risultato di un’esperienza è la nuova chiave della nostra realtà”, come leggo nell’incipit di questa edizione, la realtà dell’esperienza, siamo noi a doverla costruire.
Esserci e poterlo realizzare sarà una magnifica emozione!