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Libro Bianco sulla Comunicazione: continuiamo a parlarne!

18/04/2006

Anche questa settimana pubblichiamo due contributi che vanno ad arricchire il nostro archivio di commenti: Giovanni Moro, Presidente di Fondaca e Pina Lalli, Presidente Laurea Specialistica in Scienze della Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica all'Università di Bologna.

Sono già diverse settimane che il sito Ferpi ospita riflessioni, contributi e commenti relativi al Libro Bianco sulla Comunicazione, pubblicato lo scorso febbraio dalla Commissione Europea. Il tema, oltre a costituire l'argomento intorno al quale Ferpi ha avviato un Road Show nazionale di ascolto e approfondimento che presto avrà nuove tappe in programma, è al centro di un ormai consistente archivio che oggi si arricchisce di due nuovi interventi.Il primo è un documento redatto da Giovanni Moro, Presidente di Fondaca - Fondazione per la Cittadinanza Attiva - che presenta numerosi spunti di riflessione (e alcune considerazioni di carattere critico) anche a seguito del dibattito che si sta svolgendo nell''Agorà' costituita dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea (a cui anche Ferpi prende parte) con riguardo alla nuova politica di comunicazione della Unione in Europa.Scarica qui il documento il .docIl secondo contributo è tratto dalla Newsletter ComunicatoriPubblici del 14 aprile 2006, a firma di Pina Lalli, Presidente Laurea Specialistica in Scienze della Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, Università di Bologna:"Una sfera pubblica europea: dare un volto umano all'Europa"
Avvicinare le istituzioni da quelle europee a quelle nazionali e locali alla vita dei cittadini, costruire una "sfera pubblica europea" in cui la partecipazione e il coinvolgimento nel dibattito non siano semplici slogan ma una pratica quotidiana: questi mi sembrano punti essenziali che il Libro Bianco su una politica europea di comunicazione pone alla nostra attenzione.Ciò implica anche un invito ai media e ai professionisti dell'informazione ad andare oltre la consueta routine delle cronache politiche nostrane, per inserire nell'agenda del giornalismo non solo maggiori issues europee ma anche chiarezza ed attenta esplicitazione dei legami  fra scelte europee ed effetti nella vita quotidiana dei cittadini. Altrimenti, troppo distanti appaiono Strasburgo e Bruxelles  per riuscire a coinvolgere un senso di attiva partecipazione alla costruzione del proprio presente e del futuro dei propri figli: poche sono le informazioni attente, scarsa la capacità di contestualizzare le implicazioni concrete delle opzioni possibili che l'Unione Europea può assolvere e rendere praticabili.Il rischio di una mancata comunicazione nell'accezione ampia del termine è come abbiamo visto che i cittadini di questo o quel paese, di questa o quella regione recepiscano solo quel che le "bad news" costruiscono a tela di ragno: la paura (e dunque il rifiuto) dell'assedio, se non dell'invasione da parte di chi ha meno e sembra portare con sé insicurezza o attentato al proprio benessere. Invece, rendere più visibile l'enorme potenziale che le pratiche translocali di fatto realizzano su molteplici piani (culturale, economico, sociale) potrebbe favorire un dibattito coinvolto, partecipe, attivo anche nella critica costruttiva alle politiche istituzionali.E' essenziale dunque che in ogni arena sociale e istituzionale si punti a costruire una sfera pubblica europea in cui si pratichi l'ascolto, non ridotto a semplici sondaggi d'opinione o a indagini di cosiddetta "customer satisfaction": il nodo di una politica comunicativa eticamente praticata con e dai cittadini non riguarda solo la somma aritmetica o statistica di opinioni generiche raccolte di tanto in tanto per misurare gli umori contingenti dell'uomo della strada o del "cliente" uomo qualunque. Il problema della comunicazione pubblica non penso sia promuovere il controllo generalizzato del consenso o la parvenza di un governo perfetto della soddisfazione di interessi particolaristici. Se vogliamo accogliere questo invito a favorire un dibattito competente all'interno di una "sfera pubblica europea", esso quanto meno richiede:a) opportunità reali di diffusione delle informazioni, in modo mirato, contestualizzato alle varie situazioni, tematizzato a seconda delle diverse risorse e caratteristiche sociali;b) opportunità costanti di consultazione grazie alle quali i soggetti attivi della società e delle istituzioni possano davvero far sentire la propria voce con la certezza di essere presi in considerazione;c) capacità e opportunità di critica e di dibattito svincolato da interessi faziosamente e capziosamente contrapposti.A tal fine sono certo importanti, come auspica il Libro Bianco, le infrastrutture comunicative e gli strumenti per superare i divari tecnologici persistenti fra i vari paesi e gruppi sociali. Ma sono altrettanto importanti gli sforzi dei vari livelli istituzionali per favorire pratiche di cittadinanza attiva che possano fruire davvero delle informazioni che auspicano e su questa base argomentare, discutere, coinvolgersi, e quindi costruire in modo critico e consapevole, attraverso confronti locali e translocali, contenuti concreti, opinioni pluralistiche e senso di appartenenza europeo. Un altro punto mi sembra particolarmente legato ai contenuti di una sfera pubblica europea che voglia essere davvero collettiva, ed è sia pur con rapidità certamente evocato nel Libro Bianco: favorire attraverso politiche europee di comunicazione il tema della cooperazione. Cooperazione fra gruppi sociali purtroppo ancora troppo diseguali in quanto a risorse e opportunità; fra stati membri e soprattutto con gli altri paesi del cosiddetto sud del mondo. Potrebbe essere significativo a questo proposito che la comunicazione mostri la sua capacità di farsi "parola agente" che faciliti un processo di intermediazioni pratiche in cui il coinvolgimento e la connessione di una pluralità di attori (istituzioni, organizzazioni e gruppi anche informali della società civile, come anche nuove forme sia di imprenditorialità etica e sociale sia di consumo consapevole)  sostengano il dibattito sul ruolo possibile dell'Europa nell'arena globalizzata contemporanea. Un ruolo che potrebbe fare da traino per seguire la prospettiva e i principi di equità e di inclusione sociale che la carta di Lisbona già  con una certa forza sembra aver indicato e intrapreso. Per comprendere che, come disse in un'intervista l'artista africano europeo Simon Njiami: «Lo choc culturale provocato dal dialogo, o dal conflitto anche, tra due individualità diverse è il vero momento magico. Tutto cià che ho fatto o scritto in questi anni era finalizzato a produrre senso, costruire de mezzi che dstruggessero il pensiero unico, che impedissero che solo qualcuno abbia i mezzi per racconatre l'altro».Pina Lalli

Di seguito riportiamo l'archivio degli interventi già pubblicati in precedenza:  L'Europa parli chiaro: le riflessioni di Franco Frattini sulle pratiche di comunicazione dell'UnionePubblicata il 27/04/2005Contro la torre di Babele un Libro Bianco sulla comunicazione della UePubblicata il 03/05/2005Comunicare l'Europa: il convegno di Genova e il contributo offerto dalla FERPIPubblicata il 15/11/2005Il Libro Bianco sulla Comunicazione: a passo sicuro verso un'Europa comunicantePubblicata il 07/02/2006Assemblea Elettiva CERP (Confederazione Europea delle Relazioni Pubbliche) il 3/4 Marzo a Londra per ripartire alla grande, come parte integrante della Global AlliancePubblicata il 28/02/2006Alcuni argomenti per la discussione stimolati dal Libro Bianco sulla Comunicazione della Commissione EuropeaPubblicata il 07/03/2006Esprimete la vostra opinione sul diritto dei cittadini europei all'informazione e alla comunicazionePubblicata il 07/03/2006Ferpi partecipa ad una Agorà italiana per discutere del Libro Bianco sulla Comunicazione della Commissione EuropeaPubblicata il 14/03/2006Libro Bianco sulla Comunicazione: prosegue il dibattito sul documento della Commissione Europea  Pubblicata il 14/03/2006 E' partito il Road Show dedicato al Libro Bianco della ComunicazionePubblicata il 03/04/2006 Integrazione delle diversità e dialogo partecipativo per un'identità europeaPubblicata il 10/04/2006La comunicazione, sistema nervoso di ogni corpo sociale e istituzionalePubblicata l'11/04/2006
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