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Libro Bianco sulla Comunicazione: prosegue il dibattito sul documento della Commissione Europea

14/03/2006

Dopo gli spunti proposti la scorsa settimana da Muzi Falconi pubblichiamo oggi un contributo di Gianni Rizzuti.

Gianni Rizzuti, Consigliere Nazionale Ferpi, dalla scorsa settimana è il nuovo Vice Presidente Cerp. Ecco il suo contributo al dibattito:Ci sono delle parole "parlate" che riassumono temi e che entrano sommessamente nelle pagine tecniche dei giornali e in qualche registrazione notturna in tv e alla radio.Poi improvvisamente straripano, diventano "parlanti" ed occupano le prime pagine e i tg di prima serata. I motivi dell'esondazione possono essere vari e si intrecciano con le regole della newsmetrica (il collegamento tra notizie e fenomeni economico-sociali), dell'agenda setting e con i ritmi della politica.Infine, una volta entrate a scompaginare e rendere incomprensibili, ai più, titoli e sommari di testa, queste parole escono di scena in attesa di una nuova occasione. Lasciando come traccia, nella migliore delle ipotesi, un rumore di fondo. 
Gli esempi sono diversi, a cominciare dalle riforme istituzionali, a quelle del welfare, che escono dall'anonimato solo quando - nel loro iter - si infiamma la polemica politica, per poi rientrare nel mondo del "chi l'ha visto" quando i provvedimenti sono presi, ma il fuoco si spegne e restano solo le braci.Che ne sarà allora del Piano di Azione e dei conseguenti Piano D e Libro Bianco sulla comunicazione appena proposti dalla Commissaria Ue M. Wallstrom? Resteranno solo delle parole che calano dall'alto di un'euroburocrazia, o entreranno in scena e lì resteranno, cambiando anche un po' la percezione e il futuro stesso del nostro continente?
Credo che per chi, come noi, si occupa di relazioni pubbliche, il tema sia importante per almeno due ragioni.
1. Professionale/associativa: ci possono essere occasioni significative di collaborazione con la commissione europea: chi, se non noi, è chiamato a rispondere a questa vera e propria call to action? E allora, anche attraverso la Cerp, Ferpi ha il diritto-dovere di proporsi di fronte all'Europa come un vero stakeholder primario capace di indicare, interpretare, suggerire strumenti e obiettivi di ascolto e analisi per le istituzioni e le comunità europee. Nei prossimi mesi Cerp - la Confederazione europea delle Relazioni Pubbliche - lavorerà per raccogliere proposte e discutere con la Commissione Europea, grazie anche al dibattito che al nostro interno sapremo avviare.
2. Scientifica: la sfida concettuale è enorme. Il rilancio europeo delle tre D - Democrazia, Dialogo e Dibattito - è affascinante per i relatori pubblici. Ed è l'occasione per far entrare i temi della nostra professione nel dibattito di questi mesi. Senza aspettare i tempi di polemiche congiunturali. Insomma, una volta tanto proviamo ad essere noi a fare i gatekeeper. Per un interesse che non è (solo) di parte, ma è (almeno) associativo, o (addirittura) comunitario, nel senso di comunità professionali ma soprattutto di cittadinanza in Europa.Gianni Rizzuti

QUI  è possibile leggere gli spunti di Toni Muzi Falconi della scorsa settimana.
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