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Litigation Communication

27/06/2014

Un nuovo libro su una branca delle Rp ancora in crescita, anche nel Regno Unito: le Litigation PR. Il commento al volume di _Giovanni Landolfi,_ docente, a novembre, insieme a _Giampietro Vecchiato,_ di un corso Ferpi sul tema.

di Giovanni Landolfi
Si intitola Litigation Communication. Crisis and reputation management in the legal process ed è il nuovo libro appena uscito in Inghilterra sul tema delle Litigation PR. Lo ha scritto Thomas Beke, ricercatore universitario che aveva già presentato alcuni paper sulla storia delle Litigation PR in Gran Bretagna alle conferenze della Bournemouth University, che è il fulcro del network internazionale sulla storia delle relazioni pubbliche, cui partecipa anche una rappresentanza italiana.
Ora, il tema è di nicchia perfino in Gran Bretagna, lo si scopre leggendo il libro, figurarsi in Italia. Però, scorrendo le cronache giudiziarie, possiamo dire con certezza che è una materia in via di sviluppo.
La peculiarità del libro è nel suo taglio storico e accademico, perché, oltre a essere originale per la pubblicistica delle RP, si rivela interessante anche per i diversi piani che intreccia: l’evoluzione del sistema giudiziario inglese negli ultimi 40 anni in relazione ai cambiamenti politici (in particolare l’influenza del thatcherismo) al mondo dei media e a quello della comunicazione. Sempre con attenzione a spiegare le cose (per esempio, come funziona il sistema giudiziario inglese e le peculiarità delle diverse figure professionali coinvolte), a raccontarne la successione e a documentarle.
Obiettivo del libro è inquadrare questa disciplina e ricostruirne passo passo la sua evoluzione, attraverso la ricerca bibliografica e numerose interviste a comunicatori e avvocati. Il segmento delle Litigation PR ne esce vivisezionato con cura, con numerosi casi concreti e tutta una serie di appendici: dai percorsi formativi delle persone che sono andate a occuparsene nel tempo all’evoluzione dei modelli di business adottati dalle agenzie di RP fino alle caratteristiche di sistema, che sono peculiari del contesto inglese e condizionano fortemente lo svolgimento della professione. In questo ambito, ciò che differenzia fortemente il sistema giudiziario inglese da quello italiano non è tanto il sistema di common law, quando i rigidi paletti imposti alla comunicazione attraverso il Contempt of Court Act, cioè il divieto di divulgare gli atti del processo, pena una sanzione pecuniaria (in cui sono incorse diverse testate giornalistiche) e un’incriminazione per oltraggio alla Corte. Questo vincolo ha fatto sì che l’attività di litigation PR si concentrasse sulle cause civili piuttosto che su quelle penali e il libro illustra numerosi casi legati soprattutto a cause per diffamazione, spesso coinvolgendo celebrities come Michael Jackson e Michael Douglas, e a cause collettive. Il punto chiave è che, in questo contesto, gran parte del lavoro di Rp è finalizzato a trovare un accordo stragiudiziale tra le parti e in questo senso le litigation PR si inseriscono in un processo virtuoso che tende ad alleggerire il carico di lavoro dei tribunali. E qui, abbastanza sorprendentemente, potrebbe emergere un punto di contatto con il sistema italiano, se è vero che il progetto di riforma della giustizia appena presentato dal ministro Orlando parla proprio di degiurisdizionalizzazione delle liti civili. Una possibile apertura anche per le litigation PR made in Italy.

L’autore dell’articolo terrà, insieme a Giampietro Vecchiato, il corso Difesa d’impresa. Gestione della crisi e tutela della reputazione nelle inchieste giudiziarie. Il ruolo delle Litigation PR, in programma venerdì 7 novembre, a Milano, presso la sede Ferpi.

Litigation Communication
Crisis and reputation management in the legal process
T. Beke
Springer, 2014,
pp. XVI – 174, € 103,99
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