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Litigation PR, le relazioni a processo

18/01/2018

Raffaele Paciello (*)

La visione organizzativa e la cura della comunicazione olistica integrata per gli uffici giudiziari italiani sono al centro della riflessione sulle Litigation PR di Raffaele Paciello, tra gli autori del libro sul tema edito da Pacini Giuridica.

 

Se “litigare” è chiaramente una questione relazionale, dirimere contenziosi presuppone una dimensione che, oltre ad essere giuridica ed economica, presenta la stessa natura. La reale differenza è che nel primo caso la relazione assume una connotazione di contrapposizione fra due o più soggetti rientranti in ambiti ben identificati (le parti), nel secondo la relazione deve necessariamente assumere una connotazione collaborativa, anche dialettica, ma comunque orientata al medesimo obiettivo di giungere ad un esito riconosciuto. A differenza della contrapposizione, tuttavia, la dimensione collaborativa è caratterizzata da una pluridimensionalità che coinvolge soggetti ed estensioni (giuridiche, tecniche, organizzative) molto complesse. Per questo motivo, quando i colleghi Roberta Zarpellon e Stefano Martello mi hanno chiesto di contribuire al volume curato per la Pacini Giuridica e dedicato alle Litigation PR, abbiamo condiviso che era opportuno provare ad innestare nella riflessione un nuovo punto di vista. Un approccio che guardasse alla comunicazione come fattore strategico non solo nella gestione delle dinamiche di reputazione e relazione con l’opinione pubblica e a difesa delle parti contrapposte in uno specifico procedimento giudiziario, ma anche alle numerose dimensioni relazionali che influiscono su quella capacità di approccio collaborativo fra tutti i soggetti e i contesti (organizzativi, professionali ed istituzionali) chiamati a dare, in tempi e modi coerenti con l’evoluzione della modernità, un esito riconosciuto alla contrapposizione.

Nasce così l’idea di sottoporre le “relazioni a processo”, guardando alle esperienze e alle evoluzioni che gli uffici giudiziari italiani hanno condotto negli ultimi anni in termini di miglioramento dei processi organizzativi e provando a meglio comprendere gli spazi ancora da esplorare per attribuire alla comunicazione un ruolo strategico nel miglioramento del sistema giudiziario italiano. Ciò anche alla luce del posizionamento dell’Italia in termini di costi, tempi ed efficacia delle procedure.

Secondo i dati del rapporto Doing Business 2017 della Banca Mondiale, infatti, nonostante il netto miglioramento dell’Italia nel ranking mondiale (+13 posizioni rispetto all’anno precedente), l’eccesso di oneri regolatori rappresenta ancora uno degli elementi principali dello svantaggio competitivo italiano. Allo stesso modo anche l’efficienza del sistema giudiziario nell’ambito delle controversie commerciali incide in modo significativo sulla competitività del Paese. Da quanto si evince dai dati presentati, ad esempio, la durata della procedura per la risoluzione di una controversia commerciale standard in Italia è di 1.120 giorni, con un costo che è pari al 23.1% per cento del valore della controversia. In Spagna sono necessari 510 giorni, in Germania 499, in Francia 395.

Nonostante gli sforzi compiuti, dunque, nel quadro del sistema giudiziario italiano sembrano ancora prevalere difficoltà di carattere normativo, logistico, amministrativo, finanziario, di organico e di allineamento delle competenze e delle infrastrutture tecnologiche. Ma più di tutto, ad incidere sulla qualità del sistema sembrano essere ancora una diffusa assenza di una cultura del “servizio” ed una scarsa attenzione al tema dell’accountability. Tutti fattori condizionati principalmente da quattro variabili chiave analizzate ed approfondite nel volume:

  • una pervasiva resistenza al cambiamento ancora piuttosto radicata all’interno dei contesti pubblici;

  • una dominante cultura dell’integrazione normativa;

  • una caratterizzazione diarchica “a legame debole” dei sistemi giudiziari;

  • un considerevole rischio percepito di influenza sull’autonomia della funzione magistratuale.


Ecco che la comunicazione (e ancora di più la governance delle relazioni) si configura come elemento coesivo polirematico dell’organizzazione.

Secondo questa visione anche l’impatto e l’evoluzione professionale delle litigation pr non può non tener conto di quegli innesti di innovazione all’interno degli uffici giudiziari che, seppur ad oggi assumono ancora una dimensione pioneristica, sono sempre di più destinati a diventarne fattori critici di successo. In questa direzione il volume approfondisce analisi, casi e frontiere dell’innovazione del sistema giudiziario e degli impatti per il futuro delle litigation pr.

(*) Consigliere nazionale Ferpi con Delega all’Open Government e Rapporti con la PA e tra gli autori del volume LITIGATION PR, Pacini Giuridica

 

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