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L'Osservatorio Tav trasloca in Val di Susa

15/03/2006

Un articolo del Sole 24 Ore del 15 marzo e a seguire il commento di Giampietro Vecchiato, consigliere nazionale Ferpi.

Da Il Sole 24 Ore del 15/03/2006L'Osservatorio Tav trasloca in Val di Susadi Giorgio Santilli 
L'Osservatorio Tav trasloca in Val di Susa - Tav, si cambia.Mario Virano, neodirettore dell'Osservatorio appena istituito per riallacciare il confronto con la Val di Susa, sgombera il campo da anni di decisionismo senza dialogo. E " azzera" gli obiettivi dichiarati dal Governo di priorità assoluta all'apertura dei cantieri. " Ho accettato l'incarico dice Virano sulla base di un programma che si pone come unico obiettivo quello di riprendere il filo del discorso con le popolazioni della Valle. Se questo accadrà, potremo andare avanti. E le assicuro che non è facile raggiungere l'obiettivo ". 
Virano, che abita a Torino, è stato amministratore delegato dell'Autostrada del Frejus e ora è consigliere di amministrazione dell'Anas, è stato nominato dal Governo, con il consenso della Regione, della Provincia, degli enti locali. Ci tiene a chiarire che la sua è stata una " nomina bipartisan " . Aspetta che il Consiglio dei ministri decida le risorse a disposizione dell'Osservatorio. Ha già raccontato al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che lo ha ricevuto lunedì insieme a Gianni Letta, come intende lavorare. E i primi segnali li ha già inviati anche in Val di Susa. Per esempio, lo spostamento della sede dell'Osservatorio a Susa. 
" Un osservatorio dice non può osservare con il cannocchiale, da lontano, ma deve essere portato sul territorio. So che c'è il rischio di farne un bersaglio. Ma senza il coraggio di affrontare le cose sul campo, non si potrà riprendere quel filo. C'è un sentimento molto diffuso di diffidenza e di ostilità presso la popolazione della Val di Susa, anche per interrogativi cui non si è data risposta in passato " . Gli sono stati offerti per la sede alcuni edifici prestigiosi, ma ha risposto di volere un sito abbandonato da recuperare e dove poter costruire una struttura mobile di tipo fieristico, con una macchina emergenziale come quella della Protezione civile. 
La seconda cosa che Virano vuole fare è dare spazio e legittimità alla montagna di controinformazione fatta sul progetto nei mesi scorsi. " Ci sono moltissimi documenti e richieste dice Virano - cui non si è data risposta, perché sono stati considerati pallottole sparate contro un bersaglio. Io invece penso che occorre leggere tutto e dare risposta a tutto. Certo, sapremo distinguere gli sberleffi dalle analisi serie. Ma occorre garantire la massima trasparenza e la massima accessibilità, anche con la pubblicazione sul nostro sito. Occorre aprire un dialogo, leggere e controdedurre ". 
La terza novità è un ciclo di audizioni che dia risposte a " cinque domande semplici: perché, chi, come, dove e quando " . Per questo Virano farà una serie di audizioni con soggetti " portatori di conoscenze " . Anche in queste audizioni, si propone uno " stile Virano". " A ogni audizione annuncia il responsabile dell'Osservatorio dovranno partecipare due figure nuove: il validatore di correttezza scientifica e il validatore di comprensibilità del linguaggio " . Soprattutto questa seconda novità non mancherà di affascinare il mondo dei comunicatori: Virano pensa infatti che a ogni audizione debba partecipare la classe di una scuola della valle. A loro il compito di dare il certificato di comprensibilità: e chi non passerà l'esame, andrà avanti a oltranza con l'audizione. Cose impensabili anche solo due mesi fa. 


Di seguito il commento di Giampietro Vecchiato 
L'intervista di Giorgio Santilli a Mario Virano, neo direttore dell'Osservatorio sulla Val di Susa uscita oggi (mercoledì 15 marzo ndr) sul Sole 24 Ore rappresenta per noi relatori pubblici un vero punto di svolta per la professione.Infatti, forse per la prima volta in questo paese, qualcuno si preoccupa di comunicare con pubblici diversi con linguaggi appropriati e vuole farlo utilizzando delle professionalità che possano garantire l'efficacia della comunicazione e della relazione. 
Ma andiamo con ordine: innanzitutto è per noi di estremo interesse riconoscere che Virano voglia utilizzare l'Osservatorio come vero strumento di ascolto del territorio.Spostare l'Osservatorio nel luogo stesso della crisi è di per sé una volontà di dialogo e soprattutto di partecipazione che distingue nettamente il prima e il dopo della situazione.Le audizioni che dovranno dare le cinque risposte chiave (perché, chi come, dove e quando) alle richieste pervenute dai diversi soggetti sono di fatto l'elemento base sul quale si fonda questa nuova strategia. Il dialogo, dice Virano, dovrà però essere "facilitato" da un linguaggio coerente con le caratteristiche dei pubblici ed è questo l'ambito nel quale i relatori pubblici possono dire la loro.
Dobbiamo infatti considerare che la complessità dei pubblici coinvolti e l'urgenza di attuare decisioni efficaci e attivare comportamenti coerenti obbligano i soggetti del processo decisionale (in questo caso della TAV) ad attivare nuove abilità e competenze come la capacità di ascolto, la negoziazione, la collaborazione, l'empatia, ecc., tutte abilità che sono l'elemento distintivo della nostra professione.
Ci fa molto piacere quindi riconoscere nelle parole di Virano un concetto sul quale stiamo lavorando da un po' di tempo: il valore dei processi decisionali inclusivi e soprattutto il ruolo fondamentale del "facilitatore, alias relatore pubblico" per la loro efficacia.
Giampietro VecchiatoConsigliere Nazionale FERPI
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