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Macchine per pensare

12/01/2016

L'informatica - figlia di un'unica tradizione filosofica, da Cartesio a Turing - ignora Freud, Wittgenstein, Heidegger. Rimanendo campo d'azione di tecnici non sempre consapevoli della storia stessa della loro disciplina e delle conseguenze della loro azione. Si può guardare a un avvenire dove Macchine-Dio pensano e governano il mondo al posto dell’uomo. Si può guardare ad un mondo futuro dove uomini e macchine finiscono per ibridarsi, fino a divenire un nuovo unico essere vivente. Oppure si può - ed è questa l’ottica che l’autore propone - scegliere di continuare a osservare la scena dal punto di vista dell’uomo. Un saggio, e allo stesso tempo un romanzo storico, ma anche il primo di quattro volumi destinati a costituire, nell’insieme, un Trattato di Informatica Umanistica.

 

Nel giro di mezzo secolo, lo scenario nel quale si muove l'uomo è radicalmente cambialo per via dell'avvento di macchine che ci siamo abituati a chiamare computer. Alla presenza pervasiva del computer nell'esperienza umana non corrisponde, tuttavia, la consapevolezza di cosa il computer sia e possa essere. L'informatica - figlia di un'unica tradizione filosofica, da Cartesio a Turing - ignora Freud, Wittgenstein, Heidegger. Rimanendo campo d'azione di tecnici non sempre consapevoli della storia stessa della loro disciplina e delle conseguenze della loro azione.

D'altro canto filosofi e scienziati, coloro ai quali deleghiamo la vasta comprensione della vita e dell'universo, privi per lo più di conoscenze tecniche, finiscono per disinteressarsi dell'informatica. L'emergere, l'affermarsi e l'evolvere dell'informatica offrono l'occasione per guardare, da una prospettiva originale, la storia culturale e sociale del Ventesimo Secolo. L'iniziale progetto pretendeva di costruire una macchina destinata a supplire alla pochezza umana, imponendo controllo, regole, ordine, esattezza, in risposta a un'esigenza politica, drammaticamente incarnata nelle dittature degli Anni Venti e Trenta.

Un altro progetto, che cresce nel clima libertario degli Anni Sessanta, rovescia l'intento: la potenza della macchina può essere usata - ecco il personal computer - per sostenere l'uomo nel suo farsi carico della propria autonomia, affermando la libertà individuale.

Si può guardare a un avvenire dove Macchine-Dio pensano e governano il mondo al posto dell’uomo. Si può guardare ad un mondo futuro dove uomini e macchine finiscono per ibridarsi, fino a divenire un nuovo unico essere vivente.
Oppure si può - ed è questa l’ottica che l’autore propone - scegliere di continuare a osservare la scena dal punto di vista dell’uomo.

Macchine per pensare è un saggio, e allo stesso tempo un romanzo storico. E’ anche il primo di quattro volumi destinati a costituire, nell’insieme, un Trattato di Informatica Umanistica.

 




Macchine per pensare
L'informatica come prosecuzione della filosofia con altri mezzi
F. Varanini
Guerini e Associati, 2016
pp. 315, € 24,50
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