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Media e Rp: un rapporto in continuo divenire

09/12/2010

Un confronto ricco di spunti quello organizzato da Ferpi il 3 dicembre a Milano. Nomi noti del giornalismo e delle relazioni pubbliche si sono incontrati per parlare di un rapporto intenso, talvolta burrascoso ma inevitabile. Ne sono emersi dati interessanti e importanti riflessioni. La cronaca di _Daniele Salvaggio._

di Daniele Salvaggio
Quando ho iniziato a pensare a come costruire un momento di riflessione che mettesse a confronto i giornalisti con i relatori pubblici, la prima domanda che mi è venuta in mente è stata: “i due mondi si conoscono? Con i cambiamenti di sistema (i giornalisti) e di ruolo (i comunicatori), le due professioni sono cambiate nel corso degli ultimi anni. Che tipo di relazione c’è oggi tra un giornalista ed un professionista della comunicazione?” Partendo da queste riflessioni ho cercato di costruire un gruppo di relatori che potessero portare la propria esperienza e soprattutto si confrontassero sulle potenzialità reciproche di due ruoli, fortemente legati e in continua relazione ed evoluzione.
Giornalisti da un lato – Giuseppe Cruciani, Dario Di Vico, Giovanni Iozzia e Luca Sofri – e relatori pubblici dall’altro – Roberto Iotti, Luca Barabino, Sergio Veneziani, Gianni Di Giovanni e Alessandro Iozzia – moderati da Sergio Luciano hanno sviluppato oltre due ore di vivace confronto. Tra il pubblico anche Rinaldo Arpisella, importante esponente della comunicazione d’impresa e fino a qualche mese fa, portavoce di una delle figure più rappresentative dell’imprenditoria italiana. La scelta di non collocarsi tra i relatori è stata dello stesso Arpisella dopo il pezzo uscito la mattina stessa su Il Giornale che definiva “bizzarro” il suo invito all’incontro.
Primo elemento del dibattito quello relativo all’ importanza e alla qualità di ciò che si comunica. Oggi giorno, anche sulla scia della rivoluzione digitale, che di fatto ha ampliato di molto le modalità di accesso alle fonti, i pubblici di riferimento si sono moltiplicati, diventando sempre più esigenti e forti in termini di cultura e ricerca tecnologica. Per questo motivo la qualità e la trasparenza con la quale si svolge la propria professione, sia in ambito giornalistico sia nelle relazioni pubbliche, risulta essere non centrale ma anche determinante. In questo modo si crea e si trasmette fiducia a quello che poi di fatto è il cliente finale, il lettore.
Altro dato importante emerso dall’incontro è stato quello legato alla prorompente efficacia di Internet: oggi attraverso la rete si è in grado di raggiungere chiunque in qualunque momento, pertanto risulta vincente una comunicazione mirata, personale e di qualità: senza questi elementi si rischia di non essere considerato e tantomeno appetibili. Proprio la rete può rappresentare un ulteriore divisione tra le due professioni dove la differenza la possono fare solo i singoli, con il loro bagaglio di etica e cultura, soprattutto quando possono permettersi di essere meno faziosi e più liberi.
Oggi giorno etica, trasparenza, professionalità sono alla base di una formazione che il professionista della comunicazione e il giornalista devono avere per poter svolgere al meglio un ruolo che è diventato sempre più strategico ed influente all’interno della nostra società. Internet è un campo aperto che annulla qualsiasi gerarchia: attraverso la rete chiunque può essere letto, considerato, apprezzato. La tecnologia ha di fatto chiuso il cerchio tra l’amatorialità e il professionismo: è questo il vero Big Bang della comunicazione.
Tanti altri temi sono stati sfiorati nelle due ore di discussione, certamente è stato un primo importante passo di comunicazione tra due professioni che sino ad ora non si sono parlate spesso, alle volte persino guardate con diffidenza e scarsa considerazione. Dal confronto invece sono emersi molti punti in comune che Ferpi saprà analizzare a proporre all’attenzione dell’opinione pubblica attraverso momenti di riflessione e di dialogo come è accaduto lo scorso 3 dicembre a Milano.
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